Rassegna Stampa #Crisi2020 - 11 - 15 maggio

Pubblicato il 15/05/2020 - Alessia Vicario & Luigi Carta
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni delle varie SGR e le notizie/analisi di interesse in questo scenario di crisi.

La posizione delle SGR 

PICTET: Un rally che non convince: i mercati sembrano sovrastimare la velocità della ripresa economica

Il numero di contagi sembra aver raggiunto il picco e alcuni paesi (asiatici ed europei) tentano di uscire dal lockdown, il tutto unito agli stimoli ha determinato una ripresa delle azioni ma la probabilità di avere ulteriori ondate rende inevitabile temere ancora qualche scossone.

Posizione cauta su azioni, obbligazioni e liquidità. Posizione meno pessimistica sui paesi nei quali gli stimoli cominciano a produrre effetti: Stati Uniti, Australia, Svizzera, Cina e il resto dell’Asia emergente ma ancora negativa sui paesi, come l’America Latina, nei quali lo stimolo è ancora insufficiente.

Sia in termini di aree geografiche che di settori Pictet sovrappesa i comparti difensivi come la Svizzera e i beni voluttuari. Posizione neutrale sulle azioni statunitensi e sui titoli dei mercati emergenti come Brasile e America Latina. Le obbligazioni societarie e sovrane dei mercati sviluppati sono sostenute dalle politiche delle banche centrali, Pictet passa da una posizione di sottopeso ad una posizione neutrale sulle obbligazioni di Stato europee, svizzere, britanniche e giapponesi. Stessa posizione anche sul credito high yield europeo sovrappeso sul credito investment grade statunitense. Sul fronte valutario la posizione sulla sterlina passa da sovrappeso a sottopeso l’economia britannica è a rischio per una probabile lenta riapertura e per le ombre della Brexit. Sovrappeso sull’oro.

Al link Pictet.it l’aggiornamento completo del Barometro dei mercati finanziari di Pictet AM.

 

AMUNDIPrudenza e diversificazione dei rischi in portafogli (La settimana dei mercati)

I mercati azionari internazionali sono riusciti a salire o a rimanere invariati grazie ai dati positivi provenienti dalla Cina sulla ripresa della crescita delle esportazioni, ai positivi risultati aziendali degli USA nel settore della tecnologia e alle speranze legate alla Fase II. I mercati si sono scrollati di dosso alcuni dati macroeconomici negativi che registrano l’impatto del lockdown sulle economiche globali, sulle attività produttive e sui consumi. Sul fronte dei dati macroeconomici gli indici dei direttori degli acquisti a livello globale pubblicati in settimana sono tutti sotto la soglia di 50 che separa la contrazione dall’espansione. Negli USA la percentuale di disoccupazione è pari al 14% un record storico ma inferiore alle stime e 20 milioni sono i posti di lavoro distrutti ad aprile. La commissione europea stima che nel 2020 il PIL dell’area euro si contrarrà del -7,7% ma c’è una previsione di rimbalzo nel 2021 del +6,3%. Sul fronte della politica internazionale Trump ha accusato la Cina di essere la causa della pandemia minacciando ritorsioni sulle tariffe commerciali.

Mercati azionari: chiusura positiva dell’indice S&P 500 (+3,5% ) che rimane in territorio negativo sull’orizzonte YTD, il Nasdaq è salito del +6% tornando in territorio positivo da inizio anno. Meno positivi gli indici dell’area Euro, negativo l’Euro Stoxx 50. Positivo il Giappone chiuso quasi tutta la settimana, lieve flessione sui paesi emergenti. Mercati obbligazionari governativi: rialzo dei rendimenti sia sul Treasury decennale USA sia sul bund decennale tedesco. La sentenza della corte costituzionale ha pesato sulla volatilità dello spread Italia Germania che con un recupero negli ultimi giorni ha chiuso intorno a 234.  Moody’s ha annunciato il rinvio del giudizio sul debito italiano lasciando invariato l’outlook mentre DBRS ha confermato il rating rivedendo al ribasso l’outlook da neutrale a negativo. Materie prime: è proseguito il forte rialzo del prezzo del petrolio Brent +17% e WTI + 25%, invariato l’oro. Divise internazionali: recupero del dollaro Usa nei confronti dell’euro +1,3%.

Al link Amundi.it l’aggiornamento completo.

 

CARMIGNAC: Investimento sostenibile il nuovo “porto sicuro”?

Le imprese sostenibili che valorizzano la relazione con gli stakeholders emergeranno rafforzate dalla crisi. Gli investitori in questo periodo hanno privilegiato i beni rifugio come l’oro e i titoli governativi a lunga scadenza mentre l’investimento sostenibile è stato considerato una moda o un lusso in periodi di incertezza. Sempre più aziende sceglieranno di investire in soluzioni innovative e virtuose piuttosto che continuare ad investire nei business tradizionali in un contesto in cui il taglio dei dividendi sarà la cosa giusta da fare e finanziariamente prudente. Carmignac punta sui fondi sostenibili definendoli come i fondi che saranno in grado di generare rendimenti solidi nel mondo post- Covid.

Al link Carmignac.it l’articolo completo di Sandra Crowl Member of the Investment Committee di Carmignac.

 

ANIMA: view neutrale sulle principali asset class con orientamento tattico e flessibile

Nelle ultime settimane il contesto sembra un po’ più disteso: la volatilità è scesa e i mercati, se pur con alti e bassi, si sono avviati su un sentiero di normalizzazione. Il focus dei mercati oltre che sugli sviluppi della pandemia si orienterà sempre più sull'andamento dei fondamentali macro e micro. Gli investitori potrebbero rendersi conto di aver sottostimato le ricadute economiche della crisi sanitaria. Proprio alla luce della scarsa visibilità sull'entità effettiva della recessione, sulla crescita nei prossimi trimestri, sui tempi e i modi della ripartenza Anima conferma la view neutrale sulle principali asset class con un orientamento tattico e flessibile. 

Al link Animasgr.it l’articolo completo.

 

INVESCO: Cigni neri, storia non lineare e mercati finanziari

Secondo Invesco il mondo che abbiamo conosciuto nei decenni scorsi sta fortunatamente tramontando. Dopo la crisi finanziaria globale il contesto globale ha esibito alcuni tratti distintivi: bassa inflazione e timori di deflazione che hanno spinto le banche centrali a impiegare strumenti poco convenzionali che hanno determinato tassi di interesse bassi o meglio negativi e l’inflazione dei prezzi delle attività finanziarie. La concentrazione della proprietà degli attivi ha esacerbato le disuguaglianze all’interno dei vari paesi. La crescita è stata molto debole. I tassi negativi si sono rivelati incapaci di stimolare la formazione di capitale e quindi vi è stato un aumento dell’indebitamento su asset speculativi come private equity e venture capital e l’incentivo a indebitare i bilanci delle imprese. Indebolimento delle valute e delle economie emergenti (esclusa la Cina) le cui prospettive di crescita sono state distrutte da squilibri interni come quelli fiscali e creditizi ed esterni, sovraperformane del dollaro e degli attivi statunitensi rispetto a tutti gli altri.

Il prossimo decennio sarà dominato da pochi e potenti temi: il passaggio da minacce deflazionistiche alla ricomparsa dell’inflazione (trainata da misure di espansione fiscale senza precedenti), una concorrenza internazionale miope, volatile e scarsamente collaborativa, lo spostamento dell’attenzione politica dalla linea del Quantitative Easing (monetaria) al club della MMT Modern Monetary Theory (fiscale), indebolimento del dollaro e derating delle azioni statunitensi, probabilmente gli attivi in valuta diversa dal dollaro sovraperformeranno rispetto a quelli in USD, separazione definitiva tra la Cina e “tutti gli altri” nel mondo dei mercati emergenti, la Cina  potrebbe diventare il prossimo grande mercato azionario, sui mercati emergenti le economie più virtuose potrebbero fare i conti con una crescita debole del commercio globale e intraprendere profonde riforme strutturali (i leader dei paesi emergenti potranno essere Indonesia, Filippine, Perù e Russia. I reduci avranno buone possibilità di prosperare perché la crisi economica riduce la concorrenza.

 

Al link Invesco.it l’articolo completo di Justin Leverenz, Team Leader & Senior Portfolio Manager di Invesco.

 

 

ALLIANCE BERNSTEIN: il settore healthcare offre protezione durante e dopo una pandemia?

Il settore sanitario si è distinto come comparto relativamente solido in un periodo incerto, inoltre rispetto a precedenti crisi di mercato il comparto farmaceutico ha registrato una performance relativa migliore durante la flessione del Coronavirus. Nel primo trimestre i titoli sanitari hanno sovraperformato tutti i settori, guardando al MSCI World Index il comparto sanitario ha ceduto il -10,8% a fronte dei cali del 30,2% e del 43% registrati dal settore finanziario ed energetico. Il settore della sanità nonostante le ottime performance relative è alle prese con numerose difficoltà: in questo periodo migliaia di studi medici che non soddisfano direttamente le esigenze legate al virus sono stati chiusi, le reti e le strutture mediche sono state colpite a causa del rinvio di tutti gli interventi non urgenti. Anche le cause farmaceutiche sono state colpite mettendo il freno alle ricerche in corso per spostarsi verso lo sviluppo di un vaccino contro il Covid 19 ma per la maggior parte delle aziende del settore sanitario l’erosione della domanda non sarà permanente. Come tutti gli altri settori anche quello sanitario beneficerà del cambiamento imposto dalla pandemia. Il settore sanitario offre una equilibrata combinazione di benefici difensivi e potenziale di crescita in quanto beneficia di un flusso regolare di clienti e nel contempo la rapidità nell’innovazione sta trasformando il settore.

Secondo Alliance Bernestein l’investimento dovrebbe essere a lungo termine e non una scommessa binaria su un improvviso guadagno (come la scoperta di un vaccino contro il Covid). Per selezionare i titoli sanitari non risulta prudente prevedere le scoperte scientifiche ma occorre basarsi sui fondamentali sottostanti robusti (bilanci e vantaggi competitivi).

Al link AllianceBernstein.com l’articolo completo di Vinay Thapar Portfolio Manager e Senior Research Analyst—US Growth Equities e International Healthcare Portfolio presso AllianceBernstein (AB).

 

CREDIT SUISSE: Il covid 19 e il settore immobiliare

Credit Suisse analizza le potenziali opportunità nel mondo degli investimenti immobiliari. Nel primo trimestre, contrariamente alle aspettative, il settore ha beneficiato di un andamento positivo ma nel secondo trimestre l’impatto del Covid si farà sentire. Le quotazioni hanno registrato un calo dovuto all’impossibilità di procedere ad una valutazione degli attivi da remoto. Nel 2008 c’è stato un gran numero di vendite dovute alle difficoltà degli investitori fortemente indebitati e le banche, dopo essere rientrate in possesso, hanno venduto gli immobili determinando un netto calo delle quotazioni degli attivi, gli investitori che aspettano un’ondata di vendite estreme come il 2008 rimarranno delusi. L’immobiliare è una classe di attivi molto reattiva. Il segmento più colpito è la vendita al dettaglio quello che si è rivelato più forte è la logistica. Il settore degli uffici trarrà vantaggio dal sostegno strutturale assicurato dai bassi tassi di interesse ma ci sarà un calo dell’offerta sui mercati. Credit Suisse privilegia il mercato residenziale svizzero per due ragioni perché il settore residenziale è il meno vulnerabile alle oscillazioni del ciclo economico e perché la Svizzera è uno dei mercati più stabili in tale segmento.

Il mercato immobiliare ha subito, nelle ultime settimane, una correzione. Gli investitori che risultavano maggiormente esposti hanno dovuto ridimensionare a causa delle pressioni sulla quotazione degli altri attivi. L’opportunità di investire nell’immobiliare è diventata più interessante per gli allettanti livelli di ingresso e lo spread tra obbligazioni e rendimenti immobiliari. Le attività materiali come oro e immobili possono fungere da riserva di valore nei periodi di crisi. il mercato immobiliare non è solo un prezioso fattore di diversificazione dei portafogli per la bassa correlazione con altre classi di attivi, ma è anche una classe di attivi diversificata in sé poiché i fattori geografici, regionali e settoriali influenzano la performance in modo diverso nell’arco di periodi diversi.

 

Al link Creditsuisse.com l’articolo completo.

 

MORGAN STANLEY: nubi all’orizzonte?

Le ultime sei settimane sono state la "fase 1" della crisi economica causata dal COVID-19, che ha comportato un iniziale forte calo dei mercati, sollecitando una risposta monetaria e fiscale globale senza precedenti. Con un crescente ottimismo in merito al fatto che le principali economie mondiali stiano raggiungendo un picco nel numero dei casi di COVID-19, gli investitori potrebbero essersi sentiti sollevati nel breve termine. Con l’avvicinarsi alla "fase 2" il vero impatto economico dei lockdown globali e gli effetti di second’ordine da essi causati diventeranno sempre più evidenti ed è per questo necessario mantenere un posizionamento difensivo in previsione di ulteriori possibili ribassi nel momento in cui i dati economici globali e le ripercussioni totali inizieranno ad arrivare. Al momento né i dati sulla disoccupazione USA (ai massimi dalla Grande Crisi degli anni ’30) né i livelli del Citigroup Economic Surprise Index per le principali economie hanno innervosito in modo particolare i mercati. Nella fase 2 della crisi ci dovremo scontrare con il vero impatto economico, il rischio di solvibilità in primis che non sarà totalmente controllato dalle politiche fiscali, la riduzione dei consumi a causa dell'aumento del risparmio precauzionale e degli effetti negativi sulla ricchezza, nonché la riduzione degli investimenti di capitale in un'economia globale con crescita negativa/lenta e con attività manifatturiera indebolita. Alla luce delle prospettive di crescita delle varie economie Morgan Stanley si dice sovraesposta ai mercati asiatici rispetto a quelli europei e statunitensi. L’ atteggiamento è difensivo nell'attesa di opportunità con valutazioni interessanti che emergeranno al dispiegarsi della fase 2 della crisi generata dal COVID-19. L’attuale posizionamento di Morgan Stanley comporta una preferenza per il credito di più alta qualità rispetto alle azioni (sottopesato il credito high yield, quota rilevante nell’obbligazionario investment grade) e un sovrappeso sulla liquidità in attesa di sfruttare tale disponibilità non appena la "paura" si insinuerà nei prezzi di mercato, fornendo migliori opportunità di investimento. L’esposizione ai titoli immobiliari quotati (REIT) è passata di recente da neutrale a sottopeso.

 

L’analisi completa è disponibile qui.

 

 

Da Alessia Vicario & Luigi Carta - Financial Analyst presso Quantalys Italia.