Rassegna stampa giugno 2021

Pubblicato il 29/06/2021 - Marco Chinaia
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni e le analisi delle varie SGR

 

T.ROWEPRICE: “Idee di investimento per i prossimi 12 mesi”.

 

Il 2020 è stato un anno per certi versi unico, l’economia globale si è fermata a causa della pandemia creando, per gli investitori, un fenomeno senza precedenti nella storia moderna. Allo stesso modo, anche la ripresa di quest'anno potrebbe essere diversa da tutte le altre. L'attività economica sta risalendo molto più rapidamente del previsto: in alcuni Paesi e in intere regioni ha già disegnato una sorta di "V". E nella seconda metà del 2021 la crescita pare destinata ad accelerare ulteriormente, in particolare negli Stati Uniti.

Le politiche economiche dei governi e i fondamentali degli investimenti hanno assunto forme nuove con cui i mercati finanziari stanno ancora facendo i conti, il tutto in un contesto in cui permane un elevato grado di disuguaglianza e d'incertezza. Si ritiene che questo contesto sarà in grado di generare numerose opportunità nella seconda metà del 2021, ma anche alcuni rischi e i gestori dovrebbero adottare un approccio attivo, caratterizzato da creatività e capacità di pensare fuori dagli schemi.

T.RowePrice ha individuato 5 temi/idee chiave per strutturare i portafogli e affrontare i prossimi 12 mesi:

  • Cristallizzare una ripresa sostenibile;
  • Capitalizzare la crescita degli utili;
  • Essere creativi, visti i rendimenti in crescita;
  • Ritorno della Cina al business as usual;
  • Un modo che cambia.

Quali saranno le idee di investimento associate ad ognuno dei temi chiave che guideranno la performance dei mercati?

Al link T.RowePrice.com l’articolo completo a cura Y. Lusting, M. Walsh.

 

GAM: “La musa dei mercati: Il dito e la luna”.

 

“L’attenzione maniacale dei mercati per movimenti anche impercettibili nelle dichiarazioni di membri della Fed lascia in secondo piano processi simili già in atto a livello globale. E il fatto che una forma di “tapering”, quanto meno dall’espansione monetaria più estrema, sia già stata ampiamente avviata”.

La scorsa settimana dei mercati è stata fortemente condizionata dalla riunione di giugno della FED. In particolare, dai livelli attesi dei tassi dei FED Funds per i prossimi due anni, per i quali si prevede uno scenario al rialzo nel 2022 o al più tardi nel 2023. A questo si aggiunge, il formale inizio di un dibattito in merito alla possibile frenata degli acquisti di titoli da parte della Banca Centrale (c.d. tapering).

La rilevanza del punto di vista della più importante autorità monetaria al mondo è indubbia; non deve tuttavia sfuggire però che il picco di politica monetaria espansiva è già stato ampiamente superato non solo negli USA, ma a livello globale. Guardando ai bilanci delle quattro principali Banche Centrali (FED, BCE, Banca Popolare Cinese, Banca del Giappone), infatti, gli acquisti di titoli sembrano procedere ad una velocità decisamente inferiore rispetto a quella di qualche mese fa.

Questa uscita, a diverse velocità, da una politica ultra espansiva senza precedenti che effetti avrà sui mercati finanziari e in quale lasso di tempo si manifesteranno?

Al link Gam.com l’articolo completo a cura M. De Palma, Head of Multi Asset Team, GAM (Italia) SGR S.p.A.

 

AMUNDI: “Federal Open Market Committee di giugno: si inizia a parlare di tapering”.

 

La riunione del FOMC di giugno ha condotto a pochi cambiamenti, l’unico notevole è dato dal ritocco alle previsioni sull’inflazione, dove l’andamento seppur descritto come un fenomeno di natura transitoria viene riconosciuto in aumento.

Durante l’incontro, la FED, in linea con le aspettative di mercato ha mantenuto invariato il tasso dei Federal funds, previsto un aumento di 5 punti base del tasso di interesse sulle riserve in eccesso (IOER) e sulle operazioni pronto contro termine reverse (RRP), descrivendo l’aumento di tali tassi come una mossa tecnica per spingere i tassi a breve termine oltre lo zero. Inoltre, i membri della Fed si aspettano due aumenti dei tassi entro la fine del 2023, mentre non sono previsti cambiamenti significativi nella sintesi delle proiezioni economiche (SEP) per il 2022 e il 2023. Tuttavia, la FED ha apportato importanti revisioni al rialzo sulle previsioni di PIL e inflazione per il 2021.

Durante la conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha assunto un tono più “hawkish” rispetto alle precedenti conferenze stampa, riconoscendo che la FED ha iniziato a parlare di tapering durante questa edizione del FOMC e dichiarando a riguardo quanto segue: “Sarebbe opportuno considerare l'annuncio di un piano per ridurre i nostri acquisti di asset in una riunione futura”, ponendo le basi del rallentamento del ritmo di acquisti mensile dei titoli di Stato da parte della FED.

In questo contesto quale è stata la reazione dei mercati finanziari e quali saranno le implicazioni per gli investitori?

Al link Amundi.it l’articolo completo a cura di K. J. Taubes CIO of US Investment Management e P. Upadhyaya Director of Currency Strategy, US Portfolio Manager di Amundi.

 

ANIMA: “Si scalda l’inflazione, ma non la FED”.

 

I recenti dati pubblicati in queste settimane vedono un’economia globale in continua accelerazione, seppure con alcuni vincoli derivanti da una riduzione sul lato dell’offerta. Questo fenomeno crea un dilemma per le Banche Centrali di tutto il mondo, le quali sono costrette a bilanciare le pressioni inflazionistiche assumendosi il rischio di poter frenare la ripresa. Si ritiene che l’inflazione abbia raggiunto il picco negli Stati Uniti, ma che il rallentamento sarà solo graduale in quanto gli effetti di isteresi (incapacità del tasso di inflazione di tornare al livello iniziale dopo uno shock) legati alla crisi covid offriranno supporto ai prezzi nel secondo semestre. Nel medio termine queste variabili si riveleranno transitorie ma saranno in grado di compensare l’impatto degli effetti base negativi.

L’attenzione degli investitori resterà, quindi, focalizzata sulla possibile reazione delle Banche Centrali, le quali dovrebbero mantenere la calma di fronte alle pressioni provocate dalle strozzature sul lato dell’offerta, sebbene con posizioni e narrative diverse. La BCE dovrebbe limitarsi a qualche misura di scarsa importanza prima di indirizzarsi verso una politica meno accomodante, la PBoC manterrà probabilmente una stance attendista, nel tentativo di bilanciare inflazione, occupazione e rischi per la stabilità finanziaria. Infine, per quanto riguarda la FED, la probabilità che annunci il tapering prima dell’inizio del quarto trimestre appare ancora contenuta.

Questi sviluppi dovrebbero lasciare gli investitori sereni nella convinzione che la ripresa globale sia solida, ma non al punto da minacciare una risposta eccessivamente aggressiva da parte delle banche centrali.

In questo contesto quale sarà la views del gestore e quale saranno le principali implicazioni a livello di asset class?

Al link Anima.it l’articolo completo a cura di F. Fois Responsabile Investment Research & Advisory.

 

FIDELITY: “La tecnologia in uno scenario inflazionistico”.

 

L’ingente stimolo fiscale e monetario, abbinato al rafforzamento dei prezzi delle materie prime, in tutti i mercati sviluppati, ha portato a un aumento delle aspettative sull’inflazione tra gli investitori. Molti si chiedono come i titoli tecnologici globali possano avere la meglio in un ambiente caratterizzato da una maggiore pressione inflazionistica. Non è possibile definire con certezza le caratteristiche di un possibile scenario inflazionistico. Tuttavia, sono presenti aree del settore tecnologico che potrebbero mostrarsi resistenti e continuare a prosperare di fronte alla crescita dell’inflazione.

È possibile evidenziare alcuni punti di forza che caratterizzano il settore della tecnologia, capaci di favorire la resistenza alle pressioni inflazionistiche:

  • il primo deriva dal fatto che la domanda reale di tecnologia rimane incredibilmente forte. Questo più di ogni altra cosa continua a sostenere il movimento a rialzo della tecnologia, anche se le carenze di materie prime, specialmente dei semiconduttori, spingono a rialzo anche i costi;
  • il secondo è riconoscibile nel fatto che, dato che la tecnologia sta assumendo sempre più una connotazione sistematica per la società è probabile che la stabilità della domanda non sia così suscettibile a grandi cicli di boom/bust visti in passato; infine,
  • la solidità dei bilanci è sempre più importante in uno scenario in cui i costi del capitale stanno aumentando. In questo contesto, le aziende tecnologiche rimangono altamente redditizie in confronto ad altri settori, con rendimenti molto forti sul capitale netto e sul capitale investito.

In conclusione, nessuno può prevedere con precisione cosa possa riservare il futuro in termini di inflazione. Ma da una prospettiva fondamentale, il settore tecnologico appare rimanere in ottima forma. Questo se visto dal punto di vista della continua e robusta domanda di tecnologia nel mondo reale, e dalla forza del bilancio delle aziende in questo settore.

Al link Fidelity.it l’articolo completo a cura di Hyun Ho Sohn Portfolio Manager di Fidelity Global Technology Fund.

 

KAIROS: “Un pilota meno automatico per la ripresa? Due errori da evitare”.

 

Dopo un anno in cui i mercati azionari sembrano aver viaggiato con il pilota automatico segnando una crescita regolare e apparentemente senza fine, accompagnata da politiche fiscali e monetarie straordinariamente espansive, da una fortissima ripresa economica e dalla presunta fine della pandemia, qualcosa sembra essersi inceppato nel meccanismo al rialzo. Le politiche fiscali e monetarie sembrano più incerte, il piano fiscale di J. Biden sembra incontrare alcuni ostacoli in congresso, la FED inizia a parlare della riduzione degli acquisti di titoli (c.d. tapering), la BCE comincia a discutere su un possibile termine del programma di acquisti straordinari in scadenza nel marzo 2021, la crescita globale mostra alcuni vuoti, mentre l’inflazione tocca livelli che non si vedevano da tempo.

In questo contesto, i mercati sembrano a tratti disorientati, mentre l'investitore deve saper posizionare il proprio portafoglio, tenendo a mente un paio di considerazioni per evitare errori di valutazione.

Quali sono i temi fondamentali che gli investitori devono tenere a mente per evitare errori di valutazione?

Al link KairosPartners.com il podcast completo a cura di A. Fugnoli, Strategist.

 

PICTET: “Il mondo ha bisogno che il prezzo del carbonio sia molto più alto”.

 

La transizione da un’economia basata sull’utilizzo su larga scala dei combustibili fossi a un’economia alimentata da fonti rinnovabili permettere una trasformazione paragonabile a quella avvenuta durante le rivoluzioni agricole e industriali.

Ad oggi, però, le speranze di arginare il climate change sembrano ancora troppo ambiziose. Infatti, gli obiettivi di azzeramento delle emissioni dichiarati di recente da USA, Cina ed Europa risultano ancora inadeguati, in quanto ancora molto lontani dagli obiettivi prefissati dagli Accordi di Parigi, tra cui limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi Celsius allineandola ai livelli pre industriali.

In questo contesto la possibilità di fissare il prezzo del carbonio risulterebbe fondamentale. Infatti, un meccanismo di determinazione del prezzo del carbonio pienamente funzionante potrebbe fare la differenza tra fermare il cambiamento climatico e lasciare che esso sfugga al controllo.

Al momento è chiaro che, con un prezzo medio globale di soli 2 dollari per tonnellata di CO2, il mercato del carbonio non sta facendo il lavoro per cui è stato creato. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), per raggiungere gli obiettivi di Parigi è necessario che i prezzi del carbonio aumentino fino a 140 dollari entro il 2040.

Al link AM.Pictet l’articolo completo a cura del Thematic Advisory Board.

 

ALLIANCEBERNSTEIN: “High yield: astri nascenti e altri presagi”.

 

Oltre un anno fa, mentre il paese entrava in lockdown, i mercati obbligazionari si preparavano per affrontare un’ondata di fallen angel, ossia, di obbligazioni investment grade che sarebbero state declassate al comparto high yield. Tuttavia, ora che la situazione è migliorata e l’economia appare in crescente ripresa, le ipotesi catastrofiche si sono dimostrate troppo pessimistiche e si crede che ciò abbia dato il via a un ciclo di rialzo dei rating creditizi.

Le potenziali stelle nascenti hanno richiamato l’attenzione degli investitori, anche perché i titoli che raggiungono la categoria investment grade hanno una base di potenziali acquirenti molto più ampia, che fornisce un significativo supporto futuro ai prezzi. Quanto prima un investitore è in grado di scovare e acquistare un’obbligazione passibile di miglioramento, con un potenziale upgrade in arrivo, tanto maggiore sarà il beneficio aggiuntivo che potrà ottenere. Infatti, all’aumentare del numero di investitori convinti che un titolo sia vicino al miglioramento del rating, il prezzo subirà una spinta al rialzo prima del tempo, riducendo il differenziale di rendimento dell’obbligazione rispetto all’investment grade. La maggior parte della compressione degli spread avviene infatti prima dell’upgrade.

Al link AllianceBernstein.com l’articolo completo a cura R. Hopper, S. Hutman, W. Smith.

Da Marco Chinaia - Junior Financial Analyst presso Quantalys Italia.