Il mercato americano ad un mese dal rialzo dei tassi da parte della FED

Pubblicato il 21/04/2022 - Marco Chinaia
Negli scorsi mesi, molti osservatori avevano ipotizzato una politica monetaria più cauta da parte della banca centrale americana alla luce dei venti di guerra che stanno soffiando in Europa e ai possibili effetti delle sanzioni verso la Russia. Ma di fronte ad un inflazione in continua crescita che, secondo i dati di febbraio avrebbe toccato il suo valore massimo degli ultimi 40 anni, la Federal Reserve ha deciso di onorare la sua tabella di marcia già delineata per combattere l’inflazione accelerando la stretta monetaria attraverso un primo rialzo dei tassi di un quarto di punto. Quali sono stati i principali effetti sui mercati finanziari?

 

 

Durante la riunione del comitato esecutivo della Federal Reserve dello scorso 16 marzo è stato comunicato il primo rialzo dei tassi d’interesse dal 2018, un rialzo dei tassi nominali di 25 punti base, che ha condotto i tassi all’interno di una forbice compresa tra lo 0,25% e lo 0,50%. Una mossa restrittiva da parte della banca centrale americana che persegue come obiettivo primario quello di cercare di arginare un’inflazione oramai non più transitoria, cercando di ripristinare la stabilità dei prezzi. Nella stessa sede la FED ha confermato il suo programma che dovrebbe portare i tassi al livello target prepandemia del 2% entro la fine del 2022, prevedendo una combinazione di sette ritocchi al costo del denaro di un quarto di punto ad ogni riunione mensile e l’inizio, già a maggio, con una riduzione prevista di circa 95 miliardi di euro, dei progressivi tagli mensili al bilancio e al portafoglio titoli, oggi pari a 8.900 miliardi di dollari. Tuttavia, appare presumibile, dalle parole del Presidente J. Powell, intenzionato ad utilizzare tutti gli strumenti necessari a combattere l’inflazione, che questo piano possa essere ritoccato al rialzo nel corso del 2022 e che i ritocchi ai tassi e al taglio del portafoglio titoli possano essere adattati in corso d’opera agli sviluppi economici, inflattivi e geopolitici.

La mossa della FED si inserisce in un contesto economico molto solido per l’America caratterizzato da un mercato del lavoro robusto, una spesa per i consumi che continua ad essere sostenuta e da una crescita economica solida, nonostante le previsioni siano riviste al ribasso per effetto, prima della pandemia, poi della guerra in Ucraina e per il connesso effetto delle pressioni inflazionistiche decisamente fuori target che hanno portato ad ampie pressioni sui prezzi soprattutto delle principali materie prime e dell’energia. Le incertezze non mancano ed infatti i principali rischi di questa mossa falco da parte della FED sono legati alla possibilità concreta e difficilmente evitabile di una conseguente frenata della crescita economica, con un PIL in discesa, a seguito di una politica monetaria maggiormente restrittiva in un contesto tale, anche se tuttavia le previsioni stimano un ritorno dell’inflazione e della crescita economica verso livelli normali.

I mercati finanziari non si sono fatti intimorire da questa manovra restrittiva messa in campo dalla FED, prezzando preventivamente il rialzo dei tassi e rispondendo abbastanza bene al tentativo di plasmare l’andamento dell’inflazione, grazie anche alla modifica delle strategie di comunicazione della banca centrale che ha segnalato e definito chiaramente ed in maniera preventiva le proprie intenzioni, segno che il mercato ha una buona riconoscenza e fiducia nella credibilità della banca centrale americana. Nonostante questo aspetto, nei mercati si è registrata una consistente volatilità per lo più legata al timore che il programma delineato per il 2022, complici le incertezze delle vicende belliche in Ucraina, possa frenare la crescita economica senza raffreddare l’inflazione, con un rischio concreto di un’apertura di una fase di stagflazione, caratterizzata da un rallentamento della crescita e dal permanere di ondate inflazionistiche.

 

Ma quali sono state le principali reazioni del mercato obbligazionario e azionario americano rappresentato dalle categorie Quantalys ad un mese dal rialzo dei tassi d’interesse?

 

Il mercato obbligazionario

 

La reazione del mercato obbligazionario americano alle manovre della FED non è stato uniforme sia con riferimento alle scadenze (breve – medio – lungo termine), sia per quanto riguarda la tipologia di emittenti (sovrani – corporate – investment grade – high yield).

La curva dei rendimenti delle obbligazioni americane, dopo una fase di irripidimento dettata dal rafforzamento dell’economia e dal perdurare dell’inflazione, sta riscontrando una fase di appiattimento, con le attese che fanno presagire ad una possibile inversione, grazie all’incremento dei tassi nel breve termine e al possibile indebolimento del contesto macroeconomico.

Difatti, le obbligazioni a breve termine hanno subito le perdite minori, con l’Obbligazionario USD breve termine che ha registrato una performance ad un mese pari a + 0,72%, riconoscendo di fatto la caratteristica di protezione delle obbligazioni a breve scadenza, meno sensibili alle fasi ribassiste di mercato e, almeno nel breve periodo, meno sensibili al rialzo dei tassi d’interesse rispetto alle obbligazioni a medio – lungo termine, il cui rendimento risente maggiormente dell’azione erosiva delle valutazioni data dall’inflazione e dall’aumento dei tassi. Le categorie: Obbligazionario USD medio – lungo termine e Obbligazionario USD all maturities hanno registrato perdite ad un mese rispettivamente pari a – 1,04% e 1,36%.

Il segmento corporate rappresentato dall’Obbligazionario USD corporate ha registrato una performance negativa pari a – 1,02%, influenzato dall’aumento delle debolezze creditizie di alcuni emittenti, mentre l’Obbligazionario USD high yield, ha reagito in maniera migliore registrando una performance positiva del + 0,57%. In territorio negativo anche l’Obbligazionario indicizzato all’inflazione USD, che ha registrato perdite pari a – 1,37%.

 

Il mercato azionario

 

Storicamente, quando la Federal Reserve annuncia una politica restrittiva, il comparto azionario americano tende a sottoperformare nei primi mesi, successivi al rialzo dei tassi d’interesse, e a sovraperformare al rialzo nei mesi successivi. Il contesto economico, sanitario e geopolitico attuale risulta molto diverso rispetto ai precedenti rialzi dei tassi del 2016 e del 2018 e questa evidenza potrebbe non essere verificata o avere delle tempistiche diverse.

Guardando i dati registrati dalle categorie Quantalys, si può notare come tutti i comparti abbiano registrato una performance ad un mese positiva e che le migliori performance siano state registrare all’interno della prima settimana successiva al rialzo dei tassi, con la presenza di un trend in discesa per le settimane successive.

L’Azionario USA, che rappresenta fondi che investono prevalentemente in titoli a grande capitalizzazione ha registrato una performance del + 2,32%, maggiore rispetto all’Azionario USA small cap, fermo al + 0,90%. Maggiore è stata anche la volatilità fatta registrare dal comparto delle small cap, nonostante questo comparto, grazie alle sue caratteristiche sia generalmente favorito nei momenti di alta inflazione e di aumento dei tassi.

Con riferimento agli stili di gestione, questo contesto ha colpito maggiormente il comparto dei titoli Growth, che in situazioni di contrazione della crescita economica, di alta inflazione e di conseguente aggiustamento delle politiche monetarie tendono a riscontrare un peggioramento delle valutazioni, le quali si basano principalmente sulle attese di crescita future. Infatti, l’Azionario USA Growth, dopo le buone performance delle prime settimane: + 5,07% (I° week); +0,54% (II° week), ha riscontrato un’inversione di tendenza registrando perdite durante le settimane successive, chiudendo con una performance ad un mese del + 1,61%, a fronte del + 2,47% fatto registrare dall’Azionario USA Value.

 

Quali sono stati i prodotti Obbligazionario USD ad aver registrato le migliori performance durante il primo mese successivo al rialzo dei tassi d’interesse?

 

 

Quali sono stati i prodotti Azionario USA ad aver registrato le migliori performance durante il primo mese successivo al rialzo dei tassi d’interesse?

 

 

* La metodologia utilizzata per l'elaborazione dei dati è interna a Quantalys. I calcoli sono aggiornati al 18 aprile 2022.


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Da Marco Chinaia - Junior Financial Analyst presso Quantalys Italia.