Rassegna stampa dicembre 2021

Pubblicato il 29/12/2021 - Marco Chinaia
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni e le analisi delle varie SGR

 

TROWEPRICE: “La Cina resta interessante nonostante la regolamentazione”.

La recente stretta normativa in Cina, che ha sottratto centinaia di miliardi di dollari di valore ad alcune delle maggiori società del paese, ha dimostrato che le autorità dei Pechino sono ancora capaci di cogliere i mercati di sorpresa e ha fornito un promemoria agli investitori, ricordando che chiunque desideri investire in Cina dovrebbe probabilmente cercare di migliorare la propria comprensione e valutazione del rischio normativo.

In genere, l’approccio cinese alla regolamentazione normativa prevede un avvio deciso, l’osservazione della reazione del mercato e, infine, l’eventuale correzione del tiro se tale reazione dovesse risultare particolarmente negativa. Così facendo, le autorità si prefiggono di testare i loro limiti senza intaccare il sentiment al punto di minacciare la crescita, infatti, il governo cinese non ha mancato di intervenire per fornire rassicurazioni e stimoli di fronte all’eccessiva reazione di panico da parte degli investitori.

Tra queste oscillazioni di  politica la direzione del governo cinese appare chiara e decisa. A guidare il recente riassetto normativo è stato il desiderio della Cina di abbandonare una politica rigorosamente incentrata sulla crescita per orientarsi verso una politica di equilibrio tra crescita e sostenibilità, con la volontà di colmare i persistenti divari di ricchezza all’interno del paese.

Alla luce di questo contesto alcuni  investitori potrebbero essere tentati di evitare del tutto la Cina, tuttavia, non si ritiene questa soluzione necessaria né consigliabile, in quanto le strette normative non sono una novità in Cina e sono prevedibili. Le ragioni per investire in Cina (crescita rapida del paese, espansione della classe media, scarsa correlazione con gli altri mercati e sviluppo della tecnologia “made in China”) restano abbondantemente valide.

 

Al link TRowePrice.com l’articolo completo a cura di Chris Kushlis, Credit Analyst e Justin Thomson, Head of International Equity.

 

KAIROS: “Luci e ombre. Opportunità e rischi per il 2022”.

Il 2021 si è aperto all’insegna dell’ottimismo e si appresta a chiudersi tra dubbi e incertezze. L’anno è partito con una ripresa eccezionalmente forte e duratura, trainata dalla fine della pandemia, considerata imminente grazie ai vaccini e da politiche monetarie e fiscali mai così espansive, se non in tempo di guerra. Il 2021 si appresta a chiudersi però, con una pandemia ancora temibile, con un inflazione che erode il potere d’acquisto, con politiche monetarie e fiscali meno favorevoli, con la crisi del settore immobiliare cinese, con tensioni geopolitiche a rischio di sfociare in crisi e con l’Europa sull’orlo di una crisi energetica.

Dal canto suo, il 2022 rischia di aprirsi con una piccola recessione in Germania e con una crescita quasi azzerata negli Stati Uniti. I mercati avevano accompagnato le grandi speranze di inizio anno con uno straordinario rialzo delle borse, salvo poi svuotarlo dall’intero negli ultimi mesi. Questo svuotamento ha lasciato quasi intatta la progressione degli indici verso i massimi storici, ma ha eroso il valore della grande maggioranza dei titoli e in particolare quelli speculativi.

Cosa occorre agli investitori in questo contesto?

 

Al link Kairos.com il podcast completo a cura di Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos.

 

ANIMA: “Politica fiscale USA: tiro manchin”.

L’ambiziosa riforma progressista sostenuta dal Presidente Biden, dopo mesi di trattative si è bloccata al Senato. Questa notizia potrebbe avere delle ricadute negative per l’economia e per i mercati anche se tuttavia dovrebbero restare limitate.

Il piano Build Back Better avrebbe dovuto essere convertito in legge dal Congresso passo dopo passo, ma l’ultima sezione ha visto ridursi la probabilità di essere approvata quando il senatore della West Virginia, Manchin, ha apertamente manifestato la sua opposizione. Risulta utile fare alcune riflessioni su questo tema e sulle possibili conseguenze:

  • l’impatto sulla crescita statunitense dovrebbe essere limitato;
  • se da una parte la mancata approvazione del BBB potrebbe avere ripercussioni negative limitate sulla crescita, dall’altra ci potrebbero essere alcuni sviluppi positivi per i mercati finanziari;
  • da non dimenticare che capovolgimenti di fronte dell’ultimo minuto sono sempre possibili in politica; quindi, non è escluso che il disegno di legge possa essere rivisto a inizio 2022.

 

Al link Animasgr.it l’articolo completo a cura di Fabio Fois, Responsabile Investment Research & Advisory di Anima SgR.

 

EURIZON: “The Globe: la view di investimento di Eurizon”. 22.12.2021

Il 2022 potrebbe essere riassunto con il titolo: “2022: un ulteriore passo verso la normalità”. Questa affermazione porta alla luce almeno tre riflessioni e aspettative. La prima, ci si aspetta che covid – 19 rimanga, se non sotto controllo, quanto meno che il suo impatto sull’economia e sulla volatilità dei mercati si mantenga piuttosto contenuto, con un impatto via via decrescente. Il secondo riguarda il fatto che il mix tra la crescita e l’inflazione dovrà essere più bilanciato. All’interno del 2021 si è vista una straordinaria accelerazione della crescita, adesso è importante che si ribilanci verso quella che è la velocità crociera di lungo periodo dell’economia, con una crescita sostenibile, capace di riportare verso il basso l’inflazione.

Il terzo punto, fa riferimento all’azione delle banche centrali. In questo contesto le banche centrali potrebbero iniziare il processo di normalizzazione delle politiche monetarie, con la Fed pronta ad alzare il livello dei tassi d’interesse già nel 2022, mentre, la BCE si prepara a farlo all’inizio del 2023. L’attenzione principale sarà sulla Fed che nelle ultime settimane ha voluto accelerare la sua agenda di rialzo dei tassi, soprattutto per il 2022, con un accoglienza scettica da parte del mercato, dato il discostarsi del piano di rialzi proposto dalla Fed con le aspettative di mercato. Se il mix di crescita e inflazione dovesse diventare davvero sostenibile, allora, gli investitori potrebbero essere rassicurati e alzare le loro aspettative, oppure, è possibile una revisione dei piani da parte della Fed. L’importante è che all’inizio del 2022 questa discrepanza venga a ridursi. Questo è il punto più importante per centrare lo scenario ipotizzato.

In questo contesto, qual è il posizionamento dei Eurizon sui mercati?

 

Al link Eurizon.com il video completo a cura di Andrea Conti, Responsabile Macro Research & Product Specialist di Eurizon.

 

ALLIANCEBERNSTEIN: “Chiamare le aziende a rispondere degli impegni assunti alla COP26”.

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Glasgow si è conclusa a novembre con la firma del Patto di Glasgow per il clima, un accordo sottoscritto da 200 nazioni che potrebbe accelerare l’azione per il clima e favorire sostanziali riduzioni delle emissioni di carbonio. La COP26 ha lanciato diverse e importanti iniziative per affrontare il problema delle emissioni di gas serra e della transizione energetica. Queste iniziative potrebbero tradursi nel 2022 in un aumento dei contributi determinanti a livello nazionale (CDN), che dovrebbe consentire di fare un passo avanti verso l’obiettivo degli 1,5°C. Sul fronte delle emissioni, più di 100 paesi hanno aderito a una coalizione guidata dagli Stati Uniti e dall’Unione europea (UE) che si propone di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030.

Tuttavia, questi accordi e impegni che sono scaturiti dalla COP26 appaiono encomiabili ma insufficienti. Infatti, gli impegni a ridurre le emissioni di carbonio entro il 2030, assunti da molti paesi, sono nettamente inferiori ai livelli necessari per realizzare l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C come stabilito nell’Accordo di Parigi del 2015. Inoltre, persistono enormi divari tra gli impegni climatici più ambiziosi assunti a livello nazionale e le misure politiche concrete necessarie per realizzarli. Il problema sembrerebbe dato dal fatto che alla base di questi impegni ambiziosi non c’è necessariamente un meccanismo di applicazione sufficientemente vigoroso. Questo significa che gli investitori giocheranno un ruolo fondamentale nel monitorare i progressi compiuti da governi e imprese in relazione alle promesse fatte, chiamandoli a rispondere del loro operato attraverso un engagement attivo.

 

Al link AllianceBernstein.com l’articolo completo a cura di Susan Hutman, Director—Investment Grade Corporate Credit Research e Markus Schneider, Senior Economist—EEMEA.

 

PICTET: “Il panorama degli investimenti nel 2022”.

È molto probabile che il prossimo anno vedrà la prosecuzione, con minore intensità, delle tendenze del 2021, nonostante in molti temano un’inversione nel trend di mercato. La ripresa economica e di mercato innescata dall'eliminazione delle misure di lockdown dovute al COVID è intatta, anche se in fase calante.

Le valutazioni da record per molte classi di attività, una politica monetaria più rigida e una fiscale espansiva nonché un'inflazione in crescita limiteranno a una sola cifra i guadagni azionari nel 2022, in seguito a quasi un raddoppio rispetto ai minimi causati dalla pandemia. Per quanto riguarda le obbligazioni, invece, è probabile che il prossimo anno possano entrare in una fase di mercato ribassista strutturale. Un aumento dei tassi USA nella prossima estate farà salire i rendimenti obbligazionari globali, anche se il ritmo di risalita sarà attenuato dal fatto che la Federal Reserve statunitense e le altre banche centrali si preoccuperanno di preservare la crescita e l'occupazione, piuttosto che attenersi in modo rigido ai loro doveri in materia di inflazione.

 

Al link AM.Pictet l’articolo completo a cura di Luca Paolini, Chief Strategist e Arun Sai, Senior Multi Asset Strategist.

 

FIDELITY: “Outlook 2022: La view degli esperti di Fidelity sull’anno a venire”.

La ripresa che molti avevano stimato per il 2021 è avvenuta, ma nessuno potrebbe descriverla come un vero e proprio ritorno alla normalità tra prezzi dell’energia alle stelle, alti livelli di debito e una crescita oltre il picco massimo.

Il 2022 sarà sicuramente caratterizzato da una serie di decisioni politiche chiave in tutto il mondo. Dovrà essere affrontato il dilemma su come spostarsi verso politiche monetarie più restrittive e contenere l’inflazione senza sopprimere la ripresa, inoltre, dovrà essere gestita e affrontata la situazione dell’aumento dei prezzi dell’energia in questa fase di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Mettere a punto queste strategie politiche mantenendo la fiducia dei mercati non sarà compito facile per i governi e queste condizioni certamente aumenteranno i rischi di commettere possibili errori politici nel corso dei prossimi mesi.

In questo scenario cosa dovrebbero aspettarsi gli investitori? Qual è la view degli esperti di Fidelity?

 

Al link Fidelity.it l’articolo completo

Da Marco Chinaia - Junior Financial Analyst presso Quantalys Italia.