Osservatorio sulla gestione flessibile: analisi al 31/12/2017
Pubblicato il 19/04/2018 - Luigi CartaAnche l’ultimo trimestre del 2017 si è concluso in linea con la tendenza al rialzo segnata durante il corso dell’anno per quanto riguarda l’azionario (grafico a sinistra) e, più difficoltosa, a causa dei bassi tassi di interesse, per l’obbligazionario (grafico a destra). I Grafici sotto infatti evidenziano nel trimestre settembre – dicembre 2017 il trend rialzista per gli indici azionari (MSCI World, MSCI Europe, MSCI Emerging Markets) e l’assenza di un trend o comunque un andamento decisamente più piatto per gli indici obbligazionari (ML Global Broad Market, ML Pan Europe Broad Market).
Il Grafico a sinistra riporta il trade – off rischio – rendimento a tre anni del bacino dell’Osservatorio nell’ultimo trimestre di analisi. Il peer group è dominato dal fondo H2O Multistrategies che, a tre anni, triplica alla precisione la performance del MSCI Emerging Markets giustificando l’incremento di rischio rispetto allo stesso. Questo semplice grafico ci suggerisce però che l’analisi è fortemente influenzata dal fondo H2O Multistrategies e, in effetti, escludendo quest ultimo il grafico sotto mostra un bacino di fondi più omogeneo dove R Valor F si conquista il ruolo di leader.
Se riconsideriamo l’analisi rendimento – rischio escludendo l’H2O Multistrategies ci ritroviamo, a tre anni, la seguente retta interpolante:
La forte relazione positiva riscontrata nell’analisi è evidentemente influenzata dall’anomalia dell’H2O rispetto al bacino considerato. Il coefficente angolare della retta interpolante le 83 coppie rischio – rendimento si riduce notevolmente, evidenziando comunque una relazione positiva ma sicuramente molto meno forte. L’anomalia generata dall’H2O è maggiormente evidente considerando un orizzonte temporale annuale: l’appiattimento della retta interpolante è molto più marcato.
Nel terzo trimestre del 2017 l’H2O ha registrato una performance annua del 54.86%; nell’ultimo trimestre la performance annua è pari al 20.94%. Questo dato risulta ancora più marcato se consideriamo che la performance media del peer group oggetto di analisi è di 3.95%. L’analisi delle volatilità a 1, 3 e 5 anni vede l’H2O come unico fondo ad essere presente su tutte e tre le analisi nel terzo range di volatilità (maggiore del 15%): a tre anni ha una volatilità del 32.74% contro una media del bacino di 6.96%. E’ interessante dare anche uno sguardo all’analisi dei beta. Abbiamo detto nella premessa che uno dei principali obbiettivi di questi fondi è la protezione del capitale nel tempo. Questo significa che ci dovremo aspettare un beta bear (beta orso) inferiore all’unità. Il beta bear infatti rappresenta la reattività di un fondo rispetto ad un mercato in fase ribassista e, quindi, un beta inferiore all’unità significa che il fondo è in grado di perdere meno del mercato in fase di ribasso. A 3 anni soltanto i fondi H2O Multistrategies,R Valor F e AZ F.1 European trend A-AZ Fund Eur C hanno un beta bear leggermente superiore all’unità. Possiamo quindi giudicare positivamente la gestione sotto questo punto di vista. Allo stesso tempo, data la flessibilità concessa al gestore, ci si dovrebbe aspettare un beta toro superiore all’unità. Il beta toro indica infatti la reattività di un fondo rispetto al mercato nelle fasi positive pertanto, un beta superiore all’unità indica che il fondo è in grado di performare meglio rispetto al suo benchmark. In realtà però il bacino dell’Osservatorio si caratterizza per un beta bull inferiore all’unità: in una fase al rialzo i fondi sono mediamente meno reattivi. Anche in questo caso l’eccezione spetta ai fondi H2O Multistrategies e R Valor F. A tre anni l’indice di Sortino è positivo per 81 fondi su 84: il rischio negativo del fondo rispetto al tasso risk free (Quantalys utilizza l’Eonia) è stato quasi sempre ripagato. Una gestione che nel complesso risulta essere tendenzialmente prudente e giudicata positivamente: 45 fondi su 84 hanno un Rating Quantalys di 3, 4 o 5 stelle.
Nel 2017 un ruolo di estrema importanza è stato giocato anche dal tasso di cambio euro/dollaro (grafico affianco). La crescita eccezionalmente positiva dell’economia statunitense e la necessità di frenare la spinta rialzista dell’inflazione hanno portato la Federal Reserve ad attuare una politica monetaria restrittiva più aggressiva che, come mostra il Grafico 7 (Fonte Bloomberg) si è tradotta (nel corso dell’intero anno 2017) in un crollo del tasso di cambio EURUSD che ha raggiunto il minimo di 0.8319.Questo giustifica, almeno in parte, l’andamento differente delle quattro categorie incluse nell’analisi dell’Osservatorio sulla gestione flessibile. Non limitandoci al solo bacino di 84 fondi ma considerando complessivamente le Categorie Quantalys è evidente che i Flessibili Globale Euro e i Flessibili prudenti globale hanno risentito del depprezzamento del dollaro essendo esposti per la componente azionaria al rischio di prezzo e al rischio di cambio (come si evince dai grafici sotto). I Flessibili Europa e i Flessibili prudenti Europa si portano a casa una performance maggiore (tabella sotto) non influenzata dal tasso.
Lo studio completo è disponibile qui.