Benchmark azionari: primo semestre 2020

Pubblicato il 15/07/2020 - Alessia Vicario
l'analisi delle performance dei principali mercati azionari internazionali

 

 

Nel primo semestre 2020 i mercati finanziari azionari internazionali sono stati messi a dura prova da una crisi sanitaria diventata, in poco tempo, con il propagarsi al di fuori della Cina e l’intero pianeta in lockdown, una crisi finanziaria. La diffusione del contagio e le misure imposte per arginarlo hanno trascinato le economie in recessione ed in poche settimane tutti i mercati, in maniera quasi indistinta in termini di aree, settori o stile, sono stati colpiti subendo perdite di entità ma soprattutto con una velocità senza precedenti. Per molti mercati le sedute di marzo sono state tra le peggiori della loro storia (il FTSE MIB ha perso in un solo giorno, il 12 marzo, il 17% archiviando il peggior calo).  Il secondo trimestre ha visto un rimbalzo dei mercati, inaspettato e violento, sostenuto dagli stimoli monetari e fiscali messi in campo da banche centrali e governi di tutto il mondo che ha permesso in molti casi di recuperare gran parte delle perdite anche se la risalita non è stata indistinta come la discesa. I due temi principali con i quali i mercati hanno chiuso il primo semestre sono relativi alla diffusione del virus (il numero dei contagi continua a preoccupare in alcune aree come i paesi emergenti e gli stati del sud degli Stati Uniti) e i dati macroeconomici (positivi e superiori alle aspettative).

 

Solo 8 su 51 benchmark azionari hanno chiuso il primo semestre 2020 con valori di performance YTD positive 4 dei quali riconducibili al mercato azionario settoriale (MSCI World Information Technology +14,25%, MSCI World Biotechnology +13,56%, MSCI World Healthcare +1,73% e MSCI World Consumer Discrionary); 3 riconducibili ai comparti Growh delle principali aree (MSCI World Growth +6,80%, MSCI Usa Growth +12,36% e MSCI Japan Growth +1,08%) infine il MSCI China +3,84%. Tra i risultati peggiori il World Energy -35,44% e il World Financial -22,77% tra i settoriali, il Latin America -35,02% e l’Europa -24,39%  tra gli emergenti e infine la Gran Bretagna con il FTSE 100 che ha chiuso il semestre a -23,72% e il MSCI United Kingdom a -23,01%.

A livello globale il MSCI World Index ha perso il -5,47%, con le perdite più elevate nel mese di marzo pari al -13,07%. In particolare nella settimana dal 9 al 15 marzo l’indice globale ha registrato il -10,58% mettendo a segno il peggior calo settimanale dal 2008. Il comparto Value è l’indice globale che ha registrato sul semestre le perdite più elevate (-17,51%) mentre il Growth è l’unico ad avere, nonostante le perdite messe a segno nel mese di marzo, una performance positiva sul semestre pari al +6,80%.                           

Gli Stati Uniti, colpiti in ritardo rispetto alla Cina e all’Europa, hanno vissuto un semestre particolare. Numerosi sono stati infatti gli eventi, oltre al Coronavirus, che in questi mesi hanno colpito gli USA. Tra i più importanti va ricordata la guerra commerciale, Pechino e Washington avevano chiuso il 2019 con l’accordo che sanciva la tregua sui dazi messa a repentaglio nelle ultime settimane dal riaccendersi delle tensioni tra Usa e Cina per la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, l’altro tema che richiede attenzione sui mercati Usa sono le presidenziali di novembre ormai in arrivo. Sul semestre il comparto value è quello che registra le perdite maggiori -16,25% seguito dal comparto Small Cap -12,60%. Il Growth, come per le altre aree, risulta il migliore con performance di gran lunga positive +12,36%. Nella seconda parte del semestre solo il Value ha registrato una performance mensile negativa nel mese di giugno. 

I mercati europei, primi ad essere colpiti dal Coronavirus al di fuori della Cina con l’arrivo di quest’ultima in Italia, hanno aperto il mese di febbraio in positivo in quanto la diffusione del coronavirus sembrava limitata alla sola Cina. In pochi giorni però l’impennata dei contagi a livello europeo ed i crescenti timori sulla diffusione del virus hanno innescato un’ondata di vendita a livello globale con una natura indiscriminata e nessun settore, area o stile è riuscito a chiudere il mese in positivo. 

Guardando all’orizzonte YTD nessun indice europeo è riuscito a chiudere il semestre in territorio positivo.  L’indice più rappresentativo dell’area, l’Euro Stoxx 50 nel primo semestre 2020 ha perso il -12,37% con le performance peggiori nel mese di marzo -16,30% alle quali hanno fatto poi seguito 3 mesi di performance positive nella seconda parte del semestre. Gli indici britannici sui quali, oltre alla crisi sanitaria, pesa la continua incertezza sulla Brexit, sono quelli che registrano, sul semestre, le perdite peggiori -23,72% il FTSE 100 e – 23,02% il MSCI United Kingdom. I due indici britannici sono gli unici ad essere tornati in negativo nel mese di maggio. Il MSCI Swizterland è quello che, al contrario, ha registrato le perdite minori -1,52%. Nel mese di giugno tutti i mercati europei hanno chiuso con performance positive, l’economia europea sembra avere prospettive migliori in termini di ripresa rispetto agli Stati Uniti non solo per le politiche fiscali e monetarie messe in atto ma anche perché sembra avere sotto controllo il Covid temi che gli investitori stanno premiando. 

I paesi emergenti nella prima fase dell’emergenza globale hanno registrato perdite molto più basse rispetto alle altre aree per poi essere messi a dura nella seconda parte del semestre, in particolare a maggio, travolti dai contagi e da particolari eventi come il crollo del prezzo del petrolio, risorsa alla quale numerose aree dei paesi emergenti come ad esempio l’America Latina sono fortemente legati.

Sull’orizzonte YTD tra i paesi emergenti il MSCI China è l’unico a registrare valori di performance positivi (+3,85%), l’indice cinese già nel mese di febbraio seguendo la logica del first in first out sembrava aver già recuperato il colpo. Perdite contenute anche per il comparto Growth del MSCI Emerging Market che chiude il semestre in terreno negativo (-1,21%). Il peggiore benchmark è il MSCI Emerging Market Latin America che in sei mesi ha perso il 35,02%. A marzo, nel mese peggiore del semestre mediamente i benchmark dei paesi emergenti hanno perso il -17% per poi recuperare il 9,20%. A differenza delle altre aree quasi tutti gli indici dei paesi emergenti hanno registrato performance mensili negative nel mese di maggio.

Guardando all’Asia solo il comparto Growth del Giappone è riuscito a recuperare le perdite messe a segno nei primi mesi dell’emergenza e a registrare una performance sui primi 6 mesi del 2020 positiva pari al +1,08%. Sempre con riferimento al Giappone è il comparto value ad aver perso di più (-14,51%) ed il Pacif ex Japan che nel mese di marzo ha registrato una performance mensile del -20%.

I settori che si sono rivelati i vincitori del Coronavirus sono quelli Covid free come l’Information Technology e il Biotechnology che, a differenza degli altri, dopo i sell off di marzo, si sono rapidamente ripresi +14,26% il primo e +13,56% il secondo.  Con performance molto lontane dai primi due settori anche l’Healt Care e il Consumer Discritionary presentano performance positive sull’orizzonte YTD. I settori più colpiti sono stati l’Energy e i Financial, il primo ha chiuso il semestre perdendo il -35,44% ed il secondo il -22,77%. Entrambi i settori, Energy e Financial, insieme al Real Estate e i Consumer Staples dopo i recuperi messi a segno ad aprile, sono tornati in terreno negativo nel mese di maggio. Nell’ultimo semestre dell’anno chiusura negativa anche per l’Health Care e per le Utilities.

 

 

 

Da Alessia Vicario - Responsabile Progetti & Ufficio Studi presso Quantalys Italia.