Rassegna Stampa - 21/30 settembre

Pubblicato il 02/10/2020 - Alessia Vicario & Luigi Carta
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni e le analisi delle varie SGR

 

 

Amundi: “Elezioni presidenziali negli USA: implicazioni sull’economia e sui mercati finanziari statunitensi”

Joe Biden ha mantenuto un vantaggio stabile nei sondaggi nazionali, attualmente è in vantaggio rispetto al presidente Trump del 7.6% in calo rispetto al picco del 10.4% di giugno. Secondo Amundi le probabilità sono intorno al 50/50 con un piccolo vantaggio per Biden. Il risultato resta incerto per diversi motivi: il vantaggio di Biden nei sondaggi nazionali è significativo ma quello negli stati in bilico “swing states” è solo del 3.9% ed in molti stati il suo vantaggio è al di sotto del margine di errore. Le elezioni saranno determinate da una manciata di “swing states” tra cui Arizona, Floria, Georgia, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Un fattore critico sarà rappresentato dall’affluenza alle urne, Amundi prevede un’affluenza record.

Al link Amundi.it l’articolo completo.

 

Kairos: “Mercati ed elezioni americane, rischi di breve e mutamenti di lungo termine”

I mercati stanno sopravvalutando i rischi legati alla fase immediatamente successiva al voto americano del 3 novembre. Ci sono timori di brogli, contestazioni sullo spoglio delle schede, di ricorsi, problemi di ordine pubblico e caos ma tutto ciò è già incorporato nei prezzi ed il mercato ha comprato nelle settimane scorse e sta comprando assicurazioni contro la volatilità sotto forma di opzioni. Come spesso accade quando un evento è previsto e ci si è assicurati la volatilità nella fase successiva al voto potrebbe essere inferiore rispetto a quella stimata. In questa fase invece i mercati tendono a sottovalutare la portata dei cambiamenti di lungo termine che una vittoria di Biden comporterebbe. Mentre se vincesse Trump verrebbe mantenuto lo status quo anche se il congresso fosse tutto democratico, la vittoria di Biden invece soprattutto se completata dalla conquista del senato avrebbe la forza di cambiare in profondità lo scenario americano e globale, per avere un Per chi investe le conseguenze di tutto questo sarebbero in sintesi quattro:

1.un dollaro più debole per effetto del maggiore disavanzo fiscale americano e del maggiore disavanzo delle partite correnti a meno che l’Europa non intenda spendere ancora di più di quanto già stanziato nel recovery fund;

2. Un aumento dei ricavi per molte imprese dovuto all’aumento della spesa pubblica e una diminuzione dei loro profitti per effetto dell’aumento della pressione fiscale e sul costo del lavoro attraverso un aumento della sindacalizzazione;

3. Un aumento della pressione fiscale sul mercato, una probabile imposta sulle transazioni finanziarie e un aumento dell’imposta di capital gain

4. Uno scostamento tra i settori di mercato verso i settori che godrebbero di sussidi e finanziamenti come in particolare l’ambiente.

Questi cambiamenti sarebbero molto impegnativi da elaborare e metabolizzare, quello che ci induce a rimanere positivi e investiti è che la politica fiscale e monetaria o resteranno espansive come lo sono oggi (in caso di vittoria di Trump) o lo diventeranno ancora di più (in caso di vittoria di Biden), i tassi rimarranno a zero e questo continuerà a supportare l’azionario.

Al link Kairospartners.com l’aggiornamento completo

 

Pramerica Sgr: Scenario Macroeconomico settembre 2020

Nel corso dell’estate i mercati azionari, e in particolare l’indice della tecnologia Nasdaq, hanno segnato marcati rialzisti registrando nuovi massimi, per poi ritracciare durante la prima metà di settembre. Il rialzo è stato guidato, soprattutto, dall’atteggiamento accomodante della Banca Centrale americana, con l’importante cambiamento strutturale della politica monetaria verso un target di inflazione del 2% non più come dato puntuale, bensì come valore medio in un arco temporale. La modifica strutturale della Fed si è riflessa sui mercati finanziari con un rialzo delle aspettative di inflazione e una discesa dei tassi reali; la combinazione di questi due elementi ha rappresentato la ragione principale del rialzo. Tuttavia, allo stato attuale, tale fattore prefigura anche il più importante punto di debolezza, in quanto tale discrasia (aspettative di inflazione superiore al target e tassi reali bassi) non è sostenibile.

Si ritiene, inoltre, che il venir meno della primaria motivazione del rialzo del settore tecnologico, e quindi del mercato azionario in generale (in quanto trainato proprio da tale settore), possa indurre gli operatori a prestare una maggiore attenzione ad altri fattori essenziali per i mercati azionari, come la dinamica della crescita. A tal merito, segnali di una stabilizzazione (e non più di accelerazione) della crescita economica sono giunti sia dagli indicatori di fiducia, sia dal mercato del lavoro, soprattutto quello americano dove si stima che l’occupazione tornerà ai livelli pre-Covid non prima di gennaio 2021. La dinamica di una crescita in stabilizzazione, però, non è riflessa correttamente nelle attuali valutazioni degli indici di borsa: le aspettative sugli utili sono molto positive ma non coerenti con l’attuale livello di crescita; tale situazione, congiuntamente a quotazioni elevate, rende il mercato azionario vulnerabile. All’interno dell’attuale scenario, inoltre, sono presenti alcuni elementi di incertezza probabilmente sottovalutati dagli operatori.  In merito al Covid-19, la seconda ondata di contagi è avvenuta fino ad ora in termini di un aumento dei casi registrati ma il tasso di mortalità è rimasto contenuto. Questo ha portato gli operatori a escludere la possibilità che possano essere implementate nuove misure restrittive. La situazione, però, potrebbe cambiare nel corso dei mesi autunnali/invernali e un eventuale incremento delle probabilità che vengano attuate misure di lockdown potrebbe avere un impatto negativo sulla fiducia dei consumatori, sulle prospettive delle aziende e quindi sugli utili attesi. Un altro elemento di incertezza riguarda le elezioni americane. Il programma di Biden prevede una più alta tassazione sulle imprese e una maggiore spesa pubblica destinata al welfare. Una sua eventuale vittoria, di conseguenza, potrebbe avere un impatto negativo sui mercati azionari nel breve termine. Allo stesso tempo, si ritiene che una correzione dei mercati di fronte a tale scenario potrebbe rappresentare una buona occasione con un’ottica di medio lungo-termine: si valuta che su tale orizzonte temporale una maggiore redistribuzione dei redditi possa avere un impatto positivo sulla crescita.

Al link  Pramericasgr.it il podcast completo di Fabrizio Fiorini.

 

T.Rowe Price: “Global Asset Allocation settembre”

Aspettative gonfiate? Dopo oltre un decennio di inflazione USA al di sotto del target (2%), alcuni investitori ipotizzano che l'indice dei prezzi al consumo possa tornare a crescere per effetto dell'entità degli stimoli monetari e fiscali indotti dalla recessione da coronavirus. Storicamente, inflazione e offerta di moneta sono sempre state fortemente correlate: una maggiore quantità di denaro in circolazione genera un aumento dei consumi e di conseguenza un incremento dei prezzi per effetto di un'offerta di beni più bassa rispetto alla domanda. Tuttavia, negli ultimi 10 anni, nonostante gli stimoli successivi alla crisi finanziaria globale (GFC), l'inflazione è rimasta su livelli contenuti, mentre sono aumentati i prezzi degli asset. Un incremento del costo della vita potrebbe fornire un impulso importante alle società più cicliche a discapito dei titoli Growth, e più in particolare delle aziende tecnologiche che stanno guidando il mercato azionario. Il recente cambio di politica della Fed, che enfatizza un'inflazione media al 2%, testimonia la volontà della Banca Centrale di mantenere i tassi di interesse su livelli molto bassi e di favorire una crescita dell'indice dei prezzi al consumo. Un ritorno dell'inflazione potrebbe finalmente incentivare il tanto atteso passaggio dai titoli Growth al value?

Un trilione qui, un trilione là: le "trattative" tra i Democratici e l'amministrazione Trump su un pacchetto aggiuntivo di stimoli a quello scaduto lo scorso luglio rimangono in una situazione di stallo. Con i 2,8 miliardi di misure fiscali approvate a marzo, i consumi hanno ricevuto una spinta importante, ma ora potrebbero iniziare a vacillare se a breve non sarà raggiunto un accordo su un piano ulteriore di stimoli. Visti gli scarsi progressi nel raggiungimento di un'intesa, all'inizio di agosto, il Presidente ha firmato quattro ordini esecutivi a sostegno dell'economia, introducendo nuovamente i sussidi aggiuntivi alla disoccupazione (400 dollari settimanali) e sospendendo gli sfratti. Ora però è necessario fare un passo avanti, ma le due parti sono ancora lontane, divise da un trilione di dollari e dal nodo degli aiuti ai governi statali e locali. Ma se da un lato è vero che il protrarsi dello stallo avrà un impatto negativo sull'economia, dall'altro lato è pur vero che ulteriori misure di stimolo farebbero schizzare il debito pubblico statunitense a 30 trilioni di dollari nel 2021, spingendo il rapporto debito/Pil su livelli mai visti dalla seconda guerra mondiale. Detto questo, non ci sono dubbi sulla necessità di misure di stimolo aggiuntive per risollevare l'economia a stelle e strisce, a patto però che Washington riesca a ottenere il miglior risultato possibile dai trilioni che ha messo in campo.

La "stella" immobiliare: In un contesto in cui le famiglie devono fare i conti con la pandemia da coronavirus e con la crisi che ne è derivata, c'è comunque una stella che brilla, quella del mercato immobiliare statunitense. Le tendenze demografiche, i tassi di interesse bassissimi, l'offerta limitata, la possibilità di lavorare da casa e la fuga dalle grandi aree urbane hanno spinto al rialzo la domanda di case nuove ed esistenti, favorendo così un aumento dei prezzi. Un mercato immobiliare forte potrebbe essere un driver per l'economia, visto che è in grado di stimolare la ripresa di altri settori attraverso prestiti e spese per mobili, elettrodomestici e ristrutturazioni. Non è un caso che l'indice dei costruttori di case sia cresciuto del 120% dai minimi di marzo. L'ironia è che l'immobiliare sta crescendo nel bel mezzo della recessione più profonda della storia degli Stati Uniti, con la disoccupazione ancora su livelli elevati. È possibile che il coronavirus abbia creato cambiamenti strutturali nel modo in cui il "mattone" viene visto in futuro?

Al link T.roweprice.com l’articolo completo.

 

Pictet: Barometro Settembre Asset allocation: economia più stabile ma la minaccia del virus persiste

La ripresa economica assume sempre più la forma di una V. E anche se in alcune regioni il rimbalzo è stato meno solido, in altre, come in Cina, le condizioni economiche sono tornate in gran parte ai valori pre-Covid (a luglio gli utili industriali hanno segnato un aumento del 20% su base annua). Negli Stati Uniti invece, l’approccio in fatto di politica monetaria della Federal Reserve ha assunto un tono formalmente più accomodante a margine, anche se la banca centrale si è fermata a un passo dalla revisione radicale anticipata da alcuni. Lo hanno notato anche i mercati. Dopo l'importante rally registrato nel corso degli ultimi mesi, che ha spinto i principali indici azionari statunitensi su nuovi massimi, crediamo che il potenziale per ulteriori guadagni diffusi sia limitato, con una divergenza che si fa più evidente tra i mercati regionali.

Asset allocation: Il bilanciamento dei rischi ci fa rimanere neutrali su azioni, obbligazioni e liquidità.

Regioni e settori azionari: Aumento dell'esposizione ai mercati emergenti con la Cina che traina la solida ripresa economica della regione; i titoli dei beni di consumo voluttuari dovrebbero beneficiare dell’aumento della spesa al dettaglio

Reddito fisso e valute: Manteniamo la posizione di sovrappeso sul debito USA e dei mercati emergenti in valuta locale, nonché sulle obbligazioni investment grade statunitensi.

Al link Pictet.it l’articolo completo

 

AllianceBernstein: “Euforia razionale o irrazionale?”

All’inizio di settembre i mercati azionari globali hanno subito una battuta d’arresto dopo una fase di straordinario vigore che è parsa sfidare la realtà delle recessioni in atto in tutto il mondo. Nonostante la recente volatilità, riteniamo che i guadagni dei listini da inizio anno siano più razionali di quanto sembri, visto l’impatto significativo delle misure di stimolo e dei tassi contenuti sulle valutazioni azionarie.

Quasi 24 anni fa il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, ha coniato l’espressione “euforia irrazionale” per descrivere un mercato azionario inflazionato che poteva aver perso il contatto con la realtà. Nel 2020, la pandemia di COVID-19 ha provocato un crollo della crescita economica. Tuttavia, i mercati azionari mondiali sono in rialzo da inizio anno; l’indice NASDAQ, con la sua elevata componente tecnologica, ha guadagnato quasi il 25% dal 1° gennaio al 15 settembre. Come si conciliano dunque i terribili dati economici di quest’anno con l’euforia che ha prevalso sui mercati fino ai primi di settembre? È una situazione razionale o irrazionale?

Al link AllianceBernstein.com l’articolo completo.

 

MORGAN STANLEY: la resilienza del settore sanitario.

Una delle virtù del settore sanitario è la prevedibilità: vendere prodotti essenziali e non voluttuari significa essere relativamente immuni alle turbolenze economiche, diversamente da quanto accade a molte altre aziende. Nel complesso il settore sanitario si è dimostrato resiliente anche durante l’attuale pandemia: le stime di consenso 2020 sul settore sono scese di appena il 3,8% dall’inizio di marzo, contro il -26,7% dell’indice MSCI World. Al di là del dato sintetico alcune aziende si sono rivelate alquanto prevedibili, mentre altre hanno annunciato risultati pressoché inimmaginabili fino a qualche mese fa, tanto al rialzo quanto al ribasso. Il principale fattore negativo per il settore è stato il crollo dell’afflusso negli ospedali e nei centri chirurgici, utilizzati solo per procedure urgenti e salvavita. Ciò ha creato grandi difficoltà ai produttori di dispositivi medicali. Le aziende che vendono artoprotesi, ad esempio, hanno dovuto tagliare del 30% le stime relative agli utili 2020. Le case farmaceutiche hanno fatto generalmente meglio, benché alcuni prodotti somministrabili solo da personale medico abbiano sofferto.

Al link Morganstanley.com l'articolo completo.

 

ANIMA: che venga riconfermato Trump o che vinca Biden le elezioni americane avranno un impatto nei primi trimestri del 2020.

​Le elezioni americane avranno ripercussioni profonde sullo scenario economico nei primi due trimestri del 2021. Mentre una vittoria netta potrebbe preludere ad un nuovo stimolo fiscale che estenderebbe la ripresa, un mandato più debole potrebbe alimentare un rallentamento della crescita; un verdetto contestato, infine, vedrebbe un sensibile aumento dell'incertezza e potrebbe provocare addirittura una lieve contrazione del PIL nel primo trimestre del 2021. Un Presidente in carica che concorre per la rielezione ha sempre un grande vantaggio competitivo, specie in fasi di espansione economica: dal 1900 in poi, è accaduto solo cinque volte che un Presidente uscente mancasse l'obiettivo della riconferma, e in tre casi (Hoover nel 1932, Carter nel 1980 e Bush nel 1992) la campagna elettorale fu condotta in anni di recessione. Anche le elezioni di quest'anno saranno percepite come un referendum sulla figura di Trump e si svolgeranno in concomitanza con una recessione, ma la peculiarità di questa crisi limita la valenza del confronto con la storia. Quali scenari possibili?

Al link Animasgr.it l'articolo completo.

 

SCHRODERS: le infrastrutture digitali avranno un ruolo chiave nella ripresa post – Covid.

La pandemia di Covid-19 ha rafforzato la nostra dipendenza da un accesso a internet veloce e affidabile e i provider di banda larga presenti da più tempo sul mercato hanno sperimentato un aumento dei problemi di connessione con la crescita delle attività online durante il lockdown. Il recente annuncio cinese di un pacchetto di stimolo da $1.400 miliardi ha fatto spostare il focus dalle infrastrutture tradizionali, come strade e ponti, a quelle digitali. La Cina è già leader mondiale nella copertura wireless mobile, con circa 2 milioni di torri cellulari attive, un numero pari a 1,5 volte rispetto a tutto il resto del settore globale, secondo TowerExchange. Huawei, provider di apparecchiature 5G in Cina, è diventata la protagonista delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, a dimostrazione della sua importanza globale per questo tipo di reti di comunicazione. In modo simile, l'UE sta dando priorità alla digitalizzazione all'interno del suo pacchetto di stimolo da 750 miliardi, legato al Covid-19. Probabilmente le infrastrutture digitali resteranno al centro del dibattito nella fase di ripresa economica. Le infrastrutture digitali rappresentano un'asset class in evoluzione ma già spesso sovraffollata, sostenuta da flussi di reddito resilienti. Tali infrastrutture hanno un ruolo cruciale nella promozione della crescita economica futura e le città che non investiranno abbastanza probabilmente perderanno competitività a livello globale.

Al link Schroders.com l'articolo completo.

Da Alessia Vicario & Luigi Carta - Financial Analyst presso Quantalys Italia.