Il mercato obbligazionario tra inflazione e tassi d’interesse
Pubblicato il 14/02/2022 - Marco Chinaia
Inflazione e tassi d’interesse sono stati senza dubbio i temi principali che hanno dominato il 2021 dei mercati obbligazionari e con molta probabilità avranno un ruolo cruciale anche per larga parte del 2022. Nel corso dell’ultimo trimestre del 2021 i dati sull’inflazione hanno continuato il loro processo di crescita, mostrando una certa permanenza piuttosto che l’attesa transitorietà. Secondo il dato di Eurostat sull’andamento dei prezzi al consumo nell’Area Euro a dicembre 2021, il tasso di inflazione ha toccato il livello del + 5%1, rispetto al – 0,3% di dicembre 2020, il dato più alto degli ultimi 25 anni. Negli USA, il Consumer Price Index è aumentato del + 0,5%2 a dicembre 2021, toccando soglia + 7% su base annua, il dato più alto da giugno 1982. Questo aumento dell’inflazione ha contribuito attivamente al momento complicato del mercato obbligazionario. Infatti, le pressioni inflazionistiche contribuiscono, da un lato, ad erodere il potere d’acquisto per chi investe in obbligazioni a tasso fisso, dove il reddito è predeterminato e non indicizzato e dall’altro, in caso di permanenza dell’inflazione, a ridurre il prezzo stesso delle obbligazioni nel caso in cui il mercato arrivi a scontare un possibile aumento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali per contenere il fenomeno al rialzo.
Riguardo ai tassi d’interesse, le politiche accomodanti ed espansive delle principali banche centrali hanno condotto sì ad una sostanziale contrazione dei tassi di interesse nominali, ma grazie al crescente aumento dell’inflazione, anche ad una discesa fino a toccare valori negativi dei tassi reali, capaci di sfavorire le valutazioni degli asset obbligazionari.
Andamento categorie Obbligazionario Euro
Gli effetti dello scenario macroeconomico e inflattivo hanno fatto sentire la loro presenza durante tutto l’ultimo trimestre del 2021, condizionando l’andamento del mercato obbligazionario denominato in Euro, su tutte le scadenze e per tutti gli emittenti.
I dati di rendimento medio delle categorie Quantalys per il IV° Trimestre del 2021 mostrano dei livelli di performance del mercato obbligazionario contenuti verso lo zero o negativi per tutte le scadenze (breve – medio – lungo termine) e per tutti gli emittenti (sovrani – corporate – investment grade – high yield).
Gli unici guadagni sono stati registrati tra le obbligazioni indicizzate al livello di inflazione dell’Area dell’Euro (inflation linked). Infatti, l’unica categoria Quantalys che ha chiuso l’anno in territorio positivo per performance a 3 mesi è stata l’Obbligazionario Euro inflation linked, con una performance del + 1,24%.
Durante il primo mese del 2022, caratterizzato da un inasprimento del livello di inflazione e dall’aspettativa di un imminente rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, il mercato obbligazionario ha subito la pressione ribassista che ha colpito la maggior parte delle asset class con una forza maggiore verso gli asset più rischiosi. Guardando i dati, le performance più contenute sono state registrate dalle obbligazioni indicizzate all’inflazione, con la categoria Quantalys che ha chiuso il mese in territorio negativo con una performance del – 0,22%.
Con riferimento alle scadenze, le obbligazioni a breve o brevissimo termine hanno subito le perdite minori mantenendo le loro caratteristiche di protezione, in quanto meno sensibili alle fasi ribassiste di mercato e ad un eventuale attesa di rialzo dei tassi d’interesse rispetto alle obbligazioni a medio – lungo termine, il cui rendimento risente maggiormente dell’azione dell’inflazione e dell’aumento dei tassi. Infatti, la categoria Obbligazionario Euro breve termine ha registrato una performance del – 0,31% a fronte del – 1,35% messo a segno dall’Obbligazionario Euro medio termine e del – 1,98% dell’Obbligazionario Euro lungo termine.
Andamento categorie Obbligazionario Dollaro USA
A livello complessivo il 2021 non è stato un anno facile nemmeno per gli investitori in obbligazioni americane, soprattutto con riferimento alle lunghe scadenze. Guardando ai dati dell’ultimo semestre dell’anno appena concluso, le performance delle categorie Quantalys per le Obbligazioni denominate in Dollari, appaiono di gran lunga migliori rispetto all’obbligazionario Euro. Infatti, dopo un ottobre caratterizzato da rendimenti prevalentemente negativi per tutte le categorie, eccezione fatta per le obbligazioni ancorate al livello d’inflazione USA, che hanno registrato una performance del + 0,77%, gli ultimi due mesi del 2021 hanno segnato un cambio di tendenza che ha portato in territorio positivo tutte le categorie Quantalys. Con riferimento ai dati trimestrali, i livelli di performance del mercato obbligazionario USA sono risultati complessivamente positivi per tutte le scadenze (breve – medio/lungo termine) e per tutti gli emittenti (sovrani – corporate – investment grade – high yield). La migliore performance è stata messa a segno ancora dall’Obbligazionario Dollaro USA inflation linked (4,52%) supportato dalla persistenza al rialzo dell’inflazione USA, molto più marcata rispetto a quanto visto per l’Area dell’Euro. IV° Trimestre positivo anche per l’Obbligazionario Dollaro USA high yield, che ha registrato una performance del + 2,40%, in linea con quella registrata nel trimestre precedente + 2,88%, a conferma del buon anno del comparto high yield denominato in Dollari. Per contro, la maggiore sofferenza è stata registrata dalle obbligazioni a medio/lunga scadenza, molto più sensibili a livelli di inflazione persistente, che rischiano di diventare veri e propri parcheggi di liquidità a rendimento nullo. In questo caso il rendimento dell’ultimo trimestre è stato pari al + 1,10%.
Durante gennaio 2022, in accordo con il mercato europeo, tra i migliori risultati figura l’Obbligazionario Dollaro USA breve termine, che in questo caso è stata l’unica categoria Quantalys a restare in territorio positivo con una performance del + 0,98%, mentre sono state registrate perdite per l’Obbligazionario Dollaro USA inflation linked (- 0,37%).
Andamento categorie Obbligazionario altre valute
Per le obbligazioni denominate in altre valute, quali Sterlina inglese, Yen giapponese e Franco svizzero, il 2021 è stato un anno sotto le aspettative, in sintonia con le difficoltà del comparto obbligazionario. Tuttavia, l’anno appena concluso ha complessivamente mostrato performance positive, sia per la Sterlina inglese, sia per il Franco svizzero, mentre per lo Yen giapponese, complici il livello dei tassi d’interesse negativi e i deprezzamenti subiti verso le principali valute (Euro, Dollaro) durante la seconda fase del 2021, il comparto obbligazionario ha registrato una performance ad un anno negativa, pari a – 3,59%.
I dati di rendimento medio delle categorie Quantalys per il IV° Trimestre del 2021 mostrano dei livelli di performance positivi per tutte le valute considerate, ad eccezione dell’Obbligazionario Yen, che ha registrato una perdita sul trimestre del – 1,13%. I migliori risultati sono stati registrati dall’Obbligazionario Franco svizzero con una performance del + 4,32%, seguito dall’Obbligazionario Sterlina inglese a + 3,16%.
Il 2022 si è aperto con trend contrario, dove l’unica categoria a registrare performance positive è stata proprio l’Obbligazionario Yen, con un rendimento del + 0,48% a gennaio, a fronte del – 1,35% dell’Obbligazionario Sterlina inglese e del – 1,83% dell’Obbligazionario Franco svizzero.
Cosa aspettarsi dal 2022 del mercato obbligazionario?
Il 2022 rischia di essere un altro anno complicato per gli investitori obbligazionari, soprattutto per il reddito fisso. Inflazione e tassi d’interesse potrebbero restare ancora i temi chiave per larga parte del 2022. Infatti, se, da un lato la permanenza dell’inflazione dovesse continuare, potrebbe portare ad un ulteriore erosione del valore dei pagamenti fissi, dall’altro un possibile brusco aumento dei tassi, da parte delle banche centrali in risposta all’inflazione, potrebbe portare ad un’elevata volatilità di breve termine nei mercati e ad un aumento delle debolezze creditizie degli emittenti.
I recenti dati sull’inflazione USA di gennaio, diffusi dall’agenzia del dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, sembrano proprio confermare lo scenario di permanenza dell’inflazione, con il Consumer Price Index a + 7,5%3, aumentato del + 0,5% rispetto ai dati diffusi a dicembre.
Riguardo ai tassi d’interesse nella riunione di gennaio della FED, il presidente J.Powell ha confermato la linea dura verso l’inflazione e la volontà di contenere le pressioni sui prezzi, prevedendo un primo rialzo dei tassi già alla fine del primo trimestre 2022 nel caso in cui le attuali condizioni di ripresa economica e stabilità del mercato del lavoro dovessero rimanere invariate. Dall’altra parte dell’oceano, in Europa, la BCE non ha ancora dichiarato le tempistiche ma è presumibile aspettarsi un periodo meno accomodante all’inizio e un’azione restrittiva in seguito, accompagnata dalla riduzione e la successiva conclusione del programma di quantitative easing e di immissione di liquidità già entro il primo trimestre 2022.
Sullo sfondo resterà la variante Omicron del covid e i suoi effetti più o meno pronunciati, che potrebbe avere sulla crescita economica e sul livello di inflazione.
In questo contesto di riferimento, il mercato obbligazionario si appresta ad attraversare un momento di alta inflazione, di rialzo dei tassi di interesse e conseguente volatilità, almeno sul breve periodo. Tra i migliori strumenti obbligazionari, i titoli di breve termine potrebbero dare la possibilità di ottenere un rendimento superiore e una volatilità contenuta, in quanto meno sensibili ad un eventuale rialzo dei tassi d’interesse, data la relazione inversa tra aumento dei tassi e valore delle obbligazioni, e più tolleranti verso l’irripidimento della curva dei rendimenti obbligazionari provocata dall’inflazione. In conclusione, per ridurre l’impatto di queste variabili potrebbe essere opportuno diminuire l’esposizione alle obbligazioni a medio – lunga scadenza e preferire le obbligazioni a breve o brevissimo termine, obbligazioni a tasso variabile o indicizzate al livello d’inflazione.
* La metodologia utilizzata per l'elaborazione dei dati è interna a Quantalys. I calcoli sono aggiornati al 31 gennaio 2022.
1Fonte: Eurostat: Istituto di Statistica Europeo
2Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics
3Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics
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