Paesi Emergenti: quale evoluzione in un contesto di mercato complesso?

Pubblicato il 21/06/2022 - Marco Chinaia
I Paesi emergenti dell’Est Europa stanno timidamente rialzando la china, nonostante la strada per la risalita sia ancora lunga e tortuosa, mentre l’America Latina continua a registrare buone performance da inizio 2022, complice il rincaro del prezzo dell’energia e delle altre commodity. L’indice MSCI EM America Latina ha registrato il + 26,65% da inizio anno, in contro tendenza rispetto ai mercati emergenti globali, rappresentati dall’indice MSCI Emerging Markets che, nonostante il timido rialzo del mese di maggio, si posiziona ancora in territorio negativo nell’orizzonte YTD, dove ha registrato perdite pari a – 6,71%.

 

Il contesto

L’attacco Russo all’Ucraina continua a creare problemi sul mercato dell’energia e delle materie prime, soprattutto dal lato dell’offerta e contribuisce in maniera attiva ad esacerbare le tendenze inflazionistiche. Proprio le pressioni inflazionistiche, formatesi durante la pandemia da covid-19, non accennano la resa, costringendo le Banche Centrali di tutto il mondo a mettere in campo le principali mosse di politica monetaria, come il rialzo dei tassi d’interesse e la sottrazione di liquidità dal sistema finanziario, per provare a mitigare il fenomeno dell’inflazione e cercare di sostenere una crescita economica globale, oramai non più in fase di rallentamento, ma vicina ad una possibile recessione.

Il covid-19 non sembra ancora arrestare la sua forza, soprattutto in Cina, dove il recente aumento dei casi ha portato ad una risposta molto forte da parte delle autorità, che non ha fatto altro che porre un ulteriore freno all’economia interna e anche alle esportazioni, gravando sulla crescita economica cinese, che sembra comunque restare ancora al di sopra delle aspettative.

Questa dannosa combinazione di aumento dei tassi d’interesse reali, carenze e difficoltà dal lato dell’offerta nei settori dell’energia e delle materie prime e le preoccupazioni dettate dal rallentamento dell’economia globale ha gravato anche sull’andamento dei mercati finanziari emergenti e graverà sulle prospettive di breve – medio termine.

 

Qual è stato l’andamento dei mercati emergenti durante i primi 5 mesi del 2022?

 

 

Nonostante i timidi rialzi del mese di marzo, durante i primi 5 mesi del 2022, tutte le macrocategorie Quantalys hanno registrato rendimenti negativi, confermando il trend ribassista e chiudendo il mese di maggio con perdite da inizio anno superiori al 7%. Il mercato americano e il mercato europeo hanno risentito maggiormente le tensioni finanziarie ed economiche in atto nell’ultimo periodo registrando perdite pari al – 10,78% per l’Azionario USA, - 10,61% per l’Azionario Area Euro e - 10,09% per l’Azionario Europa. Anche i mercati emergenti, rappresentati dalla categoria Quantalys Azionario Paesi emergenti, seppur in ritardo rispetto ad altri mercati, maggiormente influenzati dalle implicazioni del conflitto Russo – Ucraino, hanno registrato un importante calo dei rendimenti. Tuttavia, il dato YTD al 31 maggio 2022 della categoria Azionario Paesi Emergenti si è fermato al – 9,39%.

Un dato interessante è quello della volatilità dei rendimenti, come ci si poteva aspettare, l’Europa è stata la zona geografica senza dubbio caratterizzata da livelli di volatilità ed incertezza maggiore. Infatti, la volatilità media di categoria dell’Azionario Europa si è attestata ad un livello pari al 17,08%, con una perdita massima del – 17,09%, mentre per la zona dell’Euro, la volatilità si è spinta ad un livello medio del 20,56%, con una perdita massima pari a – 19,20%.

 

 

Guardando alle performance registrate dalle categorie Quantalys, rappresentative dei principali Paesi Emergenti e delle principali zone geografiche i risultati appaiono piuttosto eterogenei per questi primi 5 mesi del 2022.

I fondi che investono nell’America Latina hanno registrato le performance migliori del periodo. L’Azionario Brasile, nonostante il -8,07% registrato ad aprile ha chiuso a maggio con un dato pari al + 31,79% da inizio anno, mentre l’Azionario Paesi Emergenti America Latina ha registrato una performance YTD pari a + 20,95%. In questo contesto i mercati emergenti dell’America Latina sono risultati maggiormente isolati dalle criticità geopolitiche ed economiche riscontrate in Europa e hanno, in alcuni casi, beneficiato delle difficoltà nelle forniture di energia e del conseguente rincaro del prezzo di energia e materie prime. Infatti, il Brasile e molte altre zone dell’America Latina fondano la loro economia sull’estrazione, la lavorazione e l’export di energia e materie prime, diventando di fatto una possibile alternativa per un’Europa, alla ricerca di produttori alternativi di commodity.

Anche l’Azionario altri Paesi Emergenti, categoria rappresentativa dei c.d. mercati di frontiera ha registrato un dato YTD a fine maggio positivo, pari al + 1,16%, facendo registrare una volatilità media dei rendimenti piuttosto contenuta, pari al 10,93%. Questi mercati rappresentano una buona opportunità d’investimento e soprattutto di diversificazione, in quanto storicamente poco correlati con i principali mercati sviluppati e meno coinvolti con il commercio globale.

Opposto l’andamento registrato dal mercato emergente europeo, quello che ha sofferto di più la combinazione di alta inflazione e rallentamento economico inasprita dal conflitto russo nell’Est dell’Europa, proprio dove si posizionano la maggior parte delle economie emergenti europee. L’Azionario Paesi Emergenti ex Russia, categoria che non comprende gli investimenti effettuati in territorio russo, ha registrato una performance YTD del – 30,39%, con volatilità pari al 41,17% e con performance in netto calo per ogni mese considerato.

Con riferimento al comparto Asiatico, le performance YTD registrate dall’Azionario India (- 7,68%), dall’Azionario Cina (- 16,05%) e dall’Azionario Paesi Emergenti Asia (- 8,94%), seppur in territorio negativo, sono apparse maggiormente contenute rispetto al comparto europeo. I migliori dati sull’inflazione, sulla crescita economica e sul commercio asiatico hanno permesso ai principali mercati asiatici di reggere l’urto derivante dall’Europa. Il mercato cinese, dopo alcune difficoltà interne, guidate da restrizioni governative e dal riacutizzarsi dei contagi da covid-19 è riuscito a riconquistare l’ottimismo degli investitori, grazie ad un timido miglioramento delle prospettive economiche, derivante da un calo dei contagi e da un potenziamento degli stimoli monetari e fiscali. A maggio la categoria Azionario Cina ha registrato una performance del + 0,52% tornando per la prima volta in questo 2022 in territorio positivo.

In conclusione, i Paesi Emergenti non sembrano essere stati risparmiati dalle principali tensioni globali che hanno colpito le principali economie sviluppate. Alcuni di essi hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi delle materie prime e delle difficoltà riscontrate nell’approvvigionamento dell’energie, come Gas e Petrolio. L’attenzione dovrà essere posta alle cause e alle motivazioni sottostanti questo rialzo dei prezzi, in quanto più che derivare da un aumento della domanda, l’aumento dei prezzi sembra essere causato da notevoli problemi dal lato dell’offerta, come l’interruzione delle catene di approvvigionamento, le sanzioni comminate alla Russia e i sotto investimenti da parte del settore. Questo fenomeno potrebbe comportare ad un blocco commerciale del settore a cui Banche Centrali e principali governi possono fare ben poco contro l’attuale dinamica inflattiva con un rischio di stagflazione sempre più tangibile.

 

* La metodologia utilizzata per l'elaborazione dei dati è interna a Quantalys. I calcoli sono aggiornati al 31 maggio 2022.


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Da Marco Chinaia - Junior Financial Analyst presso Quantalys Italia.