Cosa può comportare la vittoria di Trump per banche, auto e beni di lusso
Pubblicato il 19/12/2024 - Capital International Management Company SARLLa vittoria del Presidente eletto Donald Trump e la possibilità di un contesto normativo estremamente diverso hanno stimolato i mercati, già preparati da una stagione degli utili del terzo trimestre ampiamente solida.
“Considero gli utili come una cartina tornasole per capire l'andamento di una società. Un singolo rapporto sugli utili di solito non rivela molto, ma ogni tanto c'è un trimestre che mostra qualcosa di diverso”, afferma Carl Kawaja, gestore di portafogli azionari.
Le prospettive degli utili societari si attenuano, ma restano solide
Dato il cambio di leadership negli Stati Uniti, per molti investitori è fondamentale distinguere i vincitori e i vinti della Trumponomics 2.0. A livello macroeconomico, che impatto avranno i conflitti geopolitici e l'aumento dei dazi sul commercio globale e sull'inflazione?
A livello più specifico ci si chiede come andranno i settori e le singole società. Le recenti pubblicazioni sugli utili del terzo trimestre offrono alcuni indizi che possono aiutare gli investitori a prepararsi per il futuro.
1. Le banche potrebbero trarne vantaggio, ma la prospettiva di un aumento dei tassi offusca le previsioni
Secondo Irfan Furniturewala, gestore di portafogli, le banche dovrebbero trarre vantaggio dall'amministrazione Trump, grazie all'allentamento delle normative sui requisiti patrimoniali.
Si prevede inoltre che le fusioni saranno oggetto di minori controlli antitrust da parte dei funzionari, il che potrebbe accelerarne i tempi di chiusura. Un aumento di tali operazioni sarebbe positivo per il settore bancario, poiché molti forniscono servizi di consulenza e di debito per contribuire al finanziamento.
Un recente rapporto sugli utili ha mostrato che le grandi banche sono in buona forma. Da notare che la spesa per carte di debito e credito è aumentata del 6% presso JPMorgan, la più grande banca statunitense. “I consumatori rimangono forti e probabilmente continueranno a esserlo, a meno che il mercato del lavoro si indebolisca”, aggiunge Furniturewala.
Le preoccupazioni per l'aumento della spesa pubblica e il potenziale impatto sull'inflazione hanno spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury a più lunga scadenza negli ultimi mesi. Il rendimento dei decennali di riferimento era pari al 4,34% il 7 novembre 2024, rispetto al 3,78% del 30 settembre 2024.
“È troppo presto per sapere quanto potrebbero essere inflazionistiche le nuove politiche”, afferma Fergus MacDonald, gestore di portafogli obbligazionari.
“A mio avviso, l'impatto disinflazionistico della significativa stretta monetaria avviata all'inizio del 2022 deve ancora farsi sentire nell'economia e un ritorno a politiche inflazionistiche richiederebbe del tempo”.
Secondo MacDonald, è probabile che i tassi continuino a scendere nel corso del prossimo anno, mentre la Federal Reserve cerca di normalizzare i tassi. A novembre, per la seconda volta in altrettante riunioni, i funzionari hanno tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli a un intervallo compreso tra il 4,5% e il 4,75%.
2. Emergono leader a fronte delle sfide dell'industria automobilistica
I prezzi delle azioni delle case automobilistiche statunitensi sono balzati dopo la vittoria di Trump, in quanto gli investitori hanno metabolizzato i potenziali impatti di una riduzione delle normative ambientali e di una politica monetaria più allentata. Tuttavia, le auto sono anche uno dei bersagli privilegiati di potenziali dazi, data la globalizzazione delle loro catene di fornitura, e una guerra commerciale con l'Europa o la Cina potrebbe portare a dislocazioni del mercato.
Lo scenario precedente le elezioni era già difficile per le case automobilistiche, poiché la domanda si era raffreddata. “Il sentiment dei consumatori è uno dei principali fattori che determinano le vendite di auto negli Stati Uniti e, in base ai dati da noi rilevati, rimane inferiore di circa il 25% ai livelli pre-Covid”, afferma l'analista azionario Drew Macklis. La debolezza del sentiment è in gran parte dovuta agli alti tassi di interesse e ai prezzi elevati, che hanno spinto la rata mensile media per un nuovo veicolo negli Stati Uniti a circa 730 dollari.
Nelle tre grandi case automobilistiche — Ford, General Motors e Stellantis (ex Chrysler) — l'ultimo trimestre ha rivelato prospettive divergenti. Il rigore operativo di General Motors ha permesso di gestire meglio il debole contesto della domanda. Secondo Macklis "GM è stata disciplinata nel controllare la propria struttura dei costi, mantenendo sconti sui prezzi inferiori a quelli dei concorrenti in segmenti chiave come i pick-up di grandi dimensioni, e rigorosa nell'allocazione del capitale”. Nel comunicato sugli utili del terzo trimestre del 2024, GM ha rivisto al rialzo la guidance sui profitti per l'intero anno e ora prevede di mantenere questa maggiore redditività nel 2025.
Le vendite di auto sono calate a causa dell'aumento dei tassi di interesse
Anche sotto la superficie del mercato automobilistico si stanno verificando cambiamenti strutturali. Sebbene la crescita dei veicoli elettrici (VE) si sia recentemente arrestata e il destino degli incentivi normativi per l'adozione dei VE sia incerto con la prossima amministrazione, le case automobilistiche stanno ancora facendo progressi nel miglioramento delle loro linee di modelli VE.
Tesla, ad esempio, ha in programma il lancio di nuovi modelli nel 2025, tra cui un veicolo più economico, e le case automobilistiche tradizionali sperano di migliorare drasticamente l'economia unitaria dei loro VE nei prossimi anni. “In linea di principio, un VE si presta a un costo di costruzione più basso rispetto ai veicoli a combustione, poiché ha circa il 90% in meno di parti mobili. Tuttavia, per ottenere questo risultato su scala, è necessaria una profonda competenza ingegneristica e produttiva, e la maggior parte degli OEM è ancora agli inizi di questa curva di apprendimento”, spiega Macklis. Parallelamente, i robotaxi autonomi di Waymo, di proprietà di Alphabet, che sono diventati di uso comune in città come San Francisco e Los Angeles, continuano a incrementare la loro base di clienti espandendo le operazioni in altre città come Austin e Atlanta.
3. Il rallentamento del settore del lusso potrebbe continuare prima di riprendersi
Secondo l'analista Julie Wang Chou, gli acquirenti statunitensi potrebbero essere più disposti ad acquistare marchi di fascia alta ora che le elezioni sono alle spalle. “Dobbiamo ancora superare la transizione di potere e avere maggiore chiarezza sulla politica della nuova amministrazione, ma credo che la spesa per il lusso negli Stati Uniti abbia toccato il fondo. Tuttavia, il tasso di crescita potrebbe essere sostanzialmente più lento rispetto al periodo del Covid-19.”
Secondo Chou, nonostante la potenziale inversione di tendenza delle vendite negli Stati Uniti, gli investitori continueranno probabilmente a temere per gli utili a breve termine delle società del lusso. Questo perché gli acquirenti cinesi, che in genere acquistano circa il 33% dei beni di lusso venduti a livello globale, stanno spendendo meno. Probabilmente ci vorrà del tempo prima che la fiducia dei consumatori in Cina, che è alla base delle abitudini di spesa, torni a crescere, a causa del calo dei salari, delle restrizioni ai viaggi e della forte perdita di valore degli immobili.
Una nuova guerra commerciale potrebbe comportare un aumento dei dazi in un momento in cui i marchi del lusso hanno raggiunto un blocco temporaneo nel potere di determinazione dei prezzi. In passato, le società hanno trasferito i dazi ai consumatori attraverso un aumento dei prezzi, ma dato il rallentamento delle condizioni macroeconomiche a livello globale, ora non possono aumentare i prezzi in modo così aggressivo come in passato.
Il crollo della spesa in Cina è fonte di incertezza per i beni di lusso
Anche la scarsa innovazione stilistica ha danneggiato le vendite di alcune aziende del lusso. “Marchi di nicchia come Miu Miu, di proprietà di Prada, stanno rischiando con i loro prodotti, ma questo non è ancora evidente nel settore nel suo complesso”, spiega Chou. Inoltre, marchi come Chanel e Louis Vuitton, un tempo esclusivi, sono ormai così comuni che i clienti potrebbero non essere così desiderosi di acquistare i loro prodotti.
“Credo che i marchi continuino ad avere valore e che il lusso tornerà in auge”, osserva Chou. “Ma mi aspetto una ripresa lenta piuttosto che una corsa al rialzo.”
Trump 2.0: promesse e insidie
Le azioni e gli altri asset sono saliti alle stelle grazie alla speranza che un approccio favorevole alle imprese da parte di Washington possa portare a una riduzione delle tasse e a un aumento dei profitti, ma questo risultato non è scontato.
“I fattori in evoluzione sono molti e alcune cose non sono chiare. A volte gli investitori devono accettare il fatto di non sapere esattamente cosa fare. Sto cercando di fare chiarezza prima di prendere qualsiasi decisione”, afferma Kawaja. “Ci saranno vincitori e vinti con l'economia di Trump, ma ci sono anche opportunità che vanno oltre le amministrazioni.”
Per maggiori informazioni consulta il sito di Capital Group.
Carl Kawaja è gestore di portafogli azionari con 36 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2023). È presidente di Capital Research and Management Company. Ha conseguito un MBA alla Columbia e una laurea alla Brown University.
Irfan Furniturewala è un gestore di portafogli azionari con 24 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/23). Ha conseguito un MBA a Wharton, un master in ingegneria elettrica all'Iowa State e una laurea in ingegneria elettronica all'Università di Bombay.
Drew Macklis è un analista degli investimenti azionari con sette anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2023). Ha conseguito un MBA presso la Harvard Business School e una laurea in economia e affari internazionali presso la Yale University.
Julie Wang Chou è un'analista di investimenti azionari che si occupa di beni di lusso e telecomunicazioni in Europa. Ha maturato 19 anni di esperienza nel settore degli investimenti e ha conseguito un MBA a Stanford e una laurea in amministrazione aziendale e comunicazione di massa presso la University of California, a Berkeley.